![Il coworking di Talent Garden in via Calabiana a Milano](https://bebeez.it/files/2019/03/Il-coworking-di-Talent-Garden-in-via-Calabiana-a-Milano-300x200.jpg)
Nell’era della sharing economy e dello smart working, l’ufficio è sempre più condiviso. Secondo l’ultima rilevazione dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, la percentuale di smart workers in Italia si attesta solo all’8%. È ben diversa la situazione a Milano, dove la percentuale di adozione di smart working si aggira attorno al 44%. Ecco perché nel 2020 il colosso americano del coworking WeWork, appena ribattezzato The WeCompany, dovrebbe sbarcare in Italia partendo proprio dal capoluogo lombardo, dove punta ad aprire tre sedi: via Mazzini 9, via Turati 4 e via Meravigli 9 (qui maggiori dettagli).
Il ceo di WeWork Adam Neumann fin dal giugno 2017 ha annunciato la quotazione in Borsa della società, senza precisare ulteriori dettagli su tempi e modi dell’ipo, che però ora sembra più vicina. Contestualmente al cambio di nome, infatti, il gruppo ha annunciato la divisione in tre linee di attività. Sa un lato quella tradizionale di affitto di spazi in co-working, condotta da WeWork; e dall’altro il nuovo business delle residenze, condotto tramite WeLive, e il nuovo business education, che include scuole elementari, palestre e scuole di coding, condotto tramite la nuova divisione WeGrow.
Il gruppo Usa ha raccolto 10,4 miliardi di dollari dalla banca giapponese Softbank in vari round di finanziamento (4,4 miliardi nel 2017 e 4 miliardi nel 2018 tramite il suo fondo Vision e 2 miliardi nel 2019 direttamente dal bilancio della banca). Tuttavia l’ultimo round è stato complicato, perché Softbank ha ridotto di gran lunga la dimensione dell’investimento promesso nella società Usa, a seguito di un crollo del titolo in Borsa a fine 2018 e a seguito di un’indicazione contraria da parte dei principali investitori del Vision fund a incrementare l’esposizione in WeWork (si veda qui TechCrunch e CNBC). Il piano iniziale, infatti, era che Softbank investisse altri 16 miliardi di dollari, di cui 10 miliardi sarebbero serviti a liquidare tutti gli altri investitori e ad andare quindi al controllo della società, mentre 6 miliardi sarebbero andati direttamente a supportare la crescita (2 miliardi quest’anno e altri 4 miliardi tra il 2020 e il 2021). Invece sono arrivati impegni solo per 6 miliardi complessivi, di cui un miliardo servirà per acquistare parte delle azioni di altri investitori e 5 miliardi andranno a supporto della crescita (si veda qui il comunicato stampa). Valutata 47 miliardi, The WeCompany nei nove mesi del 2018 ha registrato una perdita netta di 1,22 miliardi di dollari a fronte di ricavi per 1,25 miliardi.
In attesa dell’arrivo di WeWork, in Italia a oggi i due protagonisti indiscussi sono due: Talent Garden e Copernico. Il primo ha annunciato di recente un round di finanziamento da ben 44 milioni di euro, guidato da StarTIP, la società che dal 2017 concentra tutte le partecipazioni in startup e in società attive nel segmento del digitale e dell’innovazione di Tamburi Investments Partners spa, la holding di investimento guidata da Gianni Tamburi (si veda altro articolo di BeBeez). Nella sua ultima lettera agli azionisti, a proposito di Talent Garden si legge che il recente aumento di capitale di Talent Garden è “finalizzato a mettere a disposizione della società le risorse per ulteriormente accelerare lo sviluppo in Italia e in altre zone del mondo. […] In quel settore è fondamentale aggiungere nuove piattaforme, incrementare la qualità e la quantità dell’offerta formativa mirata al digitale e intraprendere percorsi in grado di fornire alle imprese competenze sempre all’avanguardia”. In totale StarTIP ha investito in Talent Garden 15 milioni di euro.
Ad oggi Talent Garden è presente in 23 città e 8 Paesi europei ed è la maggiore piattaforma in Europa per il networking e la formazione per l’innovazione digitale. Conta 23 campus attivi e una Innovation School attiva in 5 nazioni. Nel 2017 Talent Garden ha realizzato ricavi consolidati per 8,9 milioni di euro (oltre il doppio dell’esercizio precedente), con margine operativo positivo. La sua rapida espansione è stata sostenuta fin dall’inizio dall’incubatore Digital Magics (partecipato da Tamburi Investment Partners). Diventato azionista di Talent Garden nel 2014, Digital Magics ha aumentato la sua quota nel 2015 a oltre il 30% (si veda altro articolo di BeBeez). L’incubatore si era poi diluito a seguito dell’aumento di capitale di Talent Garden da 12 milioni di euro del novembre 2016 (si veda altro articolo di BeBeez). In coinvestimento erano intervenuti molti family office italiani, con la regia di Tamburi, che a sua volta era già azionista al 25% e aveva partecipato anche a quel nuovo round. Tra gli investitori nell’aumento di capitale rientravano le famiglie Angelini e Dompé, gli armatori D’amico, gli imprenditori del settore metallurgico della Ferrero a cui si aggiungono i fondatori di Volagratis, MutuiOnLine, Alkemy ed Esprinet. Nell’ottobre 2018, i manager di Talent Garden spa, riuniti in Heroes srl, si sono ricomprati il 9% del capitale. A vendere la quota, per 3,6 milioni di euro, era stata Digital Magics, che era rimasta ancora proprietario di una quota del 10% di Talent Garden (si veda altro articolo di BeBeez).
Copernico è stata fondata nel 2015 dall’attuale amministratore delegato Pietro Martani e da Leonardo Ferragamo, figlio del capostipite della dinastia di calzaturieri Salvatore Ferragamo. Leonardo Ferragamo detiene il 20% del capitale di Copernico. Poi ci sono nell’azionariato altri 59 soci tra professionisti, imprenditori e famiglie: da Matteo Bonelli a Federico Lalatta Costerbosa. L’ultimo aumento di capitale annunciato è stato quella da 10 milioni di euro promosso da Copernico Holding a fine 2015 (si veda altro articolo di BeBeez), ma come riferito nei giorni scorsi da Il Sole 24 Ore, Copernico attualmente sta cercado nuovi soci. La società ha già nominato Mediobanca come advisor dell’operazione. Il nuovo investitore potrebbe essere un fondo di private equity e anche nel caso in cui rilevasse la quota di maggioranza, i fondatori resterebbero in società.
Copernico gestisce a oggi 14 edifici, di cui 2 all’estero, utilizzati da oltre 800 aziende e oltre 7.000 utenti. La società ha chiuso il 2017 con un fatturato di 14 milioni di euro, mentre nel 2018 sono stati poco più di 20 milioni. Nel 2019 sono previsti 28 milioni di giro d’affari con un ebitda margin superiore al 20%.
Copernico ha inoltre appena stipulato una partnership con la piattaforma dedicata alle startup StartupItalia finalizzata a creare un nuovo hub dedicato all’innovazione, che avrà sede a Copernico Zuretti, in apertura a ottobre a Milano (si veda il comunicato stampa). Copernico Zuretti ospiterà l’ambizioso progetto lanciato a dicembre da StartupItalia in collaborazione con Marco Montemagno e Nana Bianca, fondata da Paolo Barberis, Alessandro Sordi e Jacopo Marello, e a cui si sono uniti oltre 1.900 investitori e numerosi professionisti e imprenditori tra cui Fabio Cannavale e Marinella Soldi. La community avrà a disposizione l’area di co-working all’interno del centro Copernico di Via Zuretti, 38, a Milano: un centro di complessivi 8.000 metri quadri con cortile interno, che ospiterà 80 uffici con oltre 400 postazioni, coworking con circa 90 postazioni, 13 sale meeting, 5 aree break, 2 lounge, 4 sale dedicate ad eventi e formazione e un caffè/ristorante, welcome area. Sarà poi creata una membership congiunta: la community di StartupItalia avrà accesso a tutti gli spazi Copernico di Milano e Torino, che sarà poi estesa ai nuovi centri in apertura in altre città, mentre la community di Copernico avrà a sua volta accesso all’Academy di StartupItalia, la nuovissima digital academycreata da StartupItalia in joint venture con Marco Montemagno.