
Industrie Chimiche Forestali spa, leader italiano delle colle e dei tessuti adesivi per scarpe e pelletteria per il settore automotive e del packaging flessibile, è snbarcata ieri sull’Aim Italia, a seguito del perfezionamento della business combination con EPS Equita PEP, la Spac promossa da Equita e da Private Equity Partners (si veda qui il comunicato stampa).
EPS aveva raccolto 150 milioni di euro lo scorso luglio dagli investitori (si veda altro articolo di BeBeez) e nei giorni scorsi si è scissa a favore di EPS Equita PEP Spac 2 (si veda altro articolo di BeBeez), assegnando a EPS 2 il patrimonio di EPS non necessario per l’acquisizione di ICF e non utilizzato per l’acquisto delle azioni proprie a seguito dell’esercizio del diritto di recesso da parte dei soci di EPS che non hanno approvato la business combination.
EPS ha quindi acquistato l’intero capitale sociale di ICF dagli attuali soci per 69,075 milioni di euro ed EPS è stata poi ribattezzata ICF Group. L’amministratore delegato di ICF, Guido Cami, e PEP hanno poi reinvestito i proventi dell’acquisizione, insieme al nuovo investimento da parte di 11 manager di ICF, sottoscrivendo un aumento di capitale riservato per 5,12 milioni. Gli stessi manager hanno poi acquistato azioni speciali di ICF Group da Equita PEP Holding srl, Equita sim, Stefano Lustig e Rossano Rufini al prezzo si 10 euro per azione. Per effetto del completamento della business combination, ICF ha infine emesso come previsto 2.054.348 warrant da assegnarsi nel rapporto di 3 warrant ogni 10 azioni ordinarie della società, anch’essi negoziati all’Aim Italia.
Pertanto il Consiglio di Amministrazione di ICF Group, tenutosi ieri a valle del closing dell’operazione, ha nominato Guido Cami amministratore delegato e presidente, mentre il consigliere Giovanni Campolo (amministratore delegato di Private Equity Partners) ha ottenuto tutti i poteri necessari per lo svolgimento dell’attività di business development. Oltre alle opportunità di crescita organica, ICF Group, ha infatti l’obiettivo di porsi come piattaforma aggregante di altre aziende nel settore, perseguendo così anche la crescita per linee esterne.
ICF era sinora controllata dai fondi Progressio sgr, Mandarin Capital Partners e Private Equity Partners sgr e partecipata dal management. Mandarin e Private Equity Partners ne avevano supportato il management buyout nel giugno 2014, mentre Progressio ha affiancato gli altri due fondi due anni fa (si veda altro articolo di BeBeez). A seguito di quell’ultima operazione, il 51% del capitale di ICF faceva capo a Mandarin (tramite Cantarellus sa), il 39,28% a Progressio sgr, il 4,17% a Pep e un altro 4,17% all’ad Guido Cami.
ICF Group ha chiuso ieri a Piazza Affari a 9,9 euro per azione (+2,54%) per una capitalizzazione di 70,8 milioni. Fondata a Maccagno (Varese) nel 1918, il gruppo ha sede e stabilimento a Marcallo con Casone (Milano) e impiega 125 dipendenti.
La società ha chiuso il 2017 con 78,7 milioni di euro di ricavi, 9,1 milioni di ebitda e un debito finanziario netto di 13,8 milioni (si veda qui il bilancio consolidato 2017 di ICF). Il 2018 è iniziato bene con una crescita dei ricavi di circa il 10% con il contributo positivo di tutte le linee principali di business, seppure con una marginalità in calo, come atteso, rispetto ai primi 4 mesi del 2017 a seguito di un inasprimento dei costi di alcune materie prime a partire dalla seconda metà del 2017.