Brathähnchen, frikadelle o feldsalat?
Nulla di stravagante: si tratta di pollo arrosto, polpette di carne e insalata.
Ma ordinare del cibo in una lingua sconosciuta, in mancanza di una corretta
traduzione, può diventare un’impresa. Per questo è nata Dishcovery, la startup modenese
che “racconta” i menu in tutte le lingue del mondo.
“Se vai a Shangai e traduci
semplicemente ‘mozzarella di bufala’, il consumatore cinese non ha idea di cosa
sia. Bisogna raccontare gli alimenti: l’origine, la tradizione e la
preparazione” spiega Giuliano Vita, amministratore delegato.
Che poi prosegue: “Io e Marco Simonini abbiamo fondato la
società a fine aprile 2018. L’intuizione è arrivata mentre lavoravamo in Cina
nel settore agroalimentare: il nostro compito era quello di distribuire i prodotti
enogastronomici di un’azienda italiana sui canali della ristorazione. Ci siamo
accorti dei forti gap esistenti, della difficoltà di vendere alimenti nostrani
nel Paese asiatico”.
A questo punto, Giuliano Vita e Marco Simonini decisero di
avviare delle analisi di mercato. Il risultato? Le barriere linguistiche erano
l’ostacolo più grande alla diffusione delle pietanze straniere. “Abbiamo così
deciso di lasciare il nostro lavoro e tornare in Italia per dedicarci
totalmente alla creazione di Dishcovery”, racconta Vita.
Il meccanismo è semplice: i ristoranti che entrano nella rete
della startup portano ai clienti stranieri un codice QR, così, utilizzando uno
smartphone, si può accedere al menu tradotto. Il tutto tramite una web app che
è sul mercato da circa un mese. E i costi sono a carico esclusivamente dei
ristoratori.
Ora la startup vuole accelerare il proprio sviluppo e ha
deciso di lanciare una campagna di equity
crowdfunding sul portale 200crowd. Manca più di un mese alla
chiusura della raccolta, ma Dishcovery ha già ottenuto oltre 80 mila euro, il
162% rispetto all’obiettivo minimo.
“Punteremo soprattutto su attività commerciale e marketing,
a cui andrà il 60% dei finanziamenti, mentre il restante 40% sarà investito in
campo tecnologico, per lo sviluppo di nuove funzionalità”, sottolinea
l’amministratore delegato.
Verranno fatti test offline per raggiungere più ristoranti:
attualmente, dei 70 che hanno partecipato alla fase di prova iniziale, circa il
40% sono diventati clienti paganti (come alcuni punti Motta e Panino Giusto). E,
per quanto riguarda l’online, racconta Vita: “Pensiamo a nuovi sistemi di
pagamento ad hoc per gli utenti finali: penso ai cinesi che solitamente
preferiscono usare Alipay. Ogni consumatore ha la sua preferenza”. La startup, inoltre,
inserirà dei filtri specifici sulla webapp: una persona intollerante al
glutine, per esempio, potrà cercare solo i cibi adatti alle sue esigenze.
Tuttavia, Dishcovery dovrà tenere d’occhio la concorrenza:
in Italia ci sono piccoli player, spesso si tratta di startup.
“Noi puntiamo sulla
nostra filosofia del racconto dei cibi. E gli investimenti che faremo con i
soldi raccolti serviranno per differenziarci ancor di più rispetto ai
competitor”, puntualizza l’ad. E in futuro, oltre al mercato interno, la
società pensa di espandersi all’estero, a partire da Francia e Inghilterra.
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