Il consiglio direttivo AIFI ha delineato una serie di proposte inviate a Banca d’Italia sul recepimento della Direttiva europea AIFM sui gestori alternativi, il cui recepimento in Italia è in forte ritardo (si veda altro articolo di BeBeez) e ha chiesto al Governo di inserire esplicitamente i fondi di private equity, di venture capital e di minibond tra gli asset a medio-lungo termine nei quali fondi pensione e casse di previdenza potranno investire ottenendo il credito d’imposta attualmente allo studio (scarica qui il comunicato stampa).
AIFI nel dettaglio sul primo fronte chiede a Bankitalia:
1. che il capitale sociale minimo per l’autorizzazione dei gestori sopra soglia sia allineato a livello internazionale;
2. che i gestori sotto soglia siano esentati dall’obbligo di istituire una funzione di valutazione indipendente (AIFI chiede un’esenzione tout court per i gestori sotto soglia, perché l’istituzione di una funzione ad hoc costituirebbe un aggravio di costi senza contributi informativi aggiuntivi, considerato il ruolo-chiave e le competenze del gestore di un fondo di private equity e venture capital in questo processo);
3. che sia prevista una moratoria per l’adeguamento delle investment company di private equity e di venture capital (AIFI chiede di prevedere una moratoria di un anno per gli obblighi di adeguamento e di richiesta di autorizzazione per le Sicaf riservate sotto soglia. Questa è finalizzata a concedere più tempo agli operatori di private equity e di venture capital già esistenti per permettere l’adeguamento delle strutture attualmente non vigilate e la negoziazione delle nuove condizioni con i propri investitori);
4. che siano previste politiche di remunerazione allineate a quelle internazionali (AIFI sottolinea la necessità di non introdurre elementi di svantaggio competitivo rispetto ad altri Paesi che hanno già implementato le linee guida sulla remunerazione, chiedendo di applicare un principio di proporzionalità).
Al Ministero dell’Economia e delle Finanze, invece, AIFI ha inoltrato una richiesta affinché il credito d’imposta che potrà essere riconosciuto a fondi pensione ed enti previdenziali a fronte di investimenti in attività a medio-lungo termine possa venire erogato anche a fronte di investimenti in fondi di private equity, venture capital e minibond. Non solo. Aifi ha anche chiesto di ampliare il plafond di risorse attualmente destinate all’agevolazione, pari a 80 milioni di euro.
“Questa richiesta segnerebbe un ulteriore strumento per consentire ai fondi di private equity, venture capital e minibond di attrarre capitali utili a investire nel nostro Paese. I primi dati sui risultati del 2014 evidenziano una crescita della raccolta mondiale per i fondi del 16% rispetto al 2013”, ha affermato Innocenzo Cipolletta presidente AIFI, “questo fa ben sperare che nel 2015 anche in Italia si possa essere ottimisti sulla crescita per gli investimenti nel capitale di rischio. E questo sarà certamente un contributo alla crescita del Paese che si annuncia debole per l’anno in corso”.