L’alimentare italiano resta uno dei settori più attraenti per gli investitori di private capital e soprattutto di private equity. Anche in momenti particolarmente difficili come questo. Prova ne è che il fondo Taste of Italy 2, secondo fondo di private equity specializzato nel settore del food & beverage gestito da Dea Capital Alternative Funds sgr, in poco più di un anno ha chiuso la raccolta a quota 330 milioni di euro, superando il target iniziale di 300 milioni di euro e ben al di sopra dei 218 milioni raccolti dal primo fondo (si veda altro articolo di BeBeez).
Nel settore, quindi, l’m&a è destinato a continuare, sebbene quest’anno l’attività abbia subito una chiara frenata per l’emergenza Covid, come peraltro tutti gli altri settori. Sul fronte del private equity, BeBeez Private Data ha infatti mappato 23 operazioni contro le 35 dei dieci mesi del 2019, di cui 9 di acquisizione diretta da parte di fondi (dalle 16 operazioni dei 10 mesi 2019); 10 di cosiddetti add-on (da 6); nessun club deal di investitori privati (erano stati 2 a ottobre 2019) e 4 di m&a e/o disinvestimento da parte di fondi con acquirente industriale (da 11). Si sono poi registrate due operazioni condotte da operatori di venture capital (come nel 2019) e nessuna operazione di equity crowdfunding superiore ai 500 mila euro (1 nel 2019). Sul fronte del private debt, invece, sono state 9 le emissioni di minibond (da 16) e si è contata una sola operazione di direct lending (come nel 2019). Il tutto, quindi, per un totale di 35 operazioni di private capital in dieci mesi contro le 55 operazioni mappate nei 10 mesi dello scorso anno (per un approfondimento su m&a e private capital nel settore alimentare aggiornato al novembre 2019, si veda qui la newsletter di Scouting Capital Advisors in collaborazione con BeBeez).
Tra le operazioni più importanti di private equity diretto per dimensioni del 2020 ricordiamo quella di BC Partners sulla pasticceria Bindi e quella di turnaround condotta su Kipre, il noto produttore di prosciutti di alta qualità a marchio King’s e Principe, dalla Wrm di Raffaele Mincione nel quadro della procedura di concordato con riserva. Quanto agli add-on, particolarmente attiva è stata la controllata di Investindustrial, Italcanditi. La società, che produce la metà delle castagne glassate consumate ogni anno in Europa, nei giorni scorsi ha comprato il 100% di Comprital Group, azienda attiva nella produzione di ingredienti e semilavorati per la gelateria e pasticceria artigianale. Si è trattato della quarta acquisizione per Italcanditi. Nel settembre 2019 la società ha infatti acquisito il 70% di Rubicone, azienda di riferimento nella produzione di ingredienti per il gelato artigianale e ha inoltre comprato un ramo d’azienda di una società produttrice di preparati alla frutta per lo yogurt. Lo scorso agosto, poi, Italcanditi ha acquisito il 100% di Ortofrutticola del Mugello, azienda specializzata nella pelatura, refrigerazione e surgelazione di castagne e marroni freschi, nonché nella produzione e confezionamento di marron glacès. Infine sul fronte del private debt, interessante segnalare che a fare ricorso ai minibond sono soprattutto aziende produttrici di formaggi. Sui 9 minibond emessi quest’anno da società alimentari, infatti, 3 sono stati emessi da produttori di formaggi (4 Madonne Caseificio, Brazzale e Spinosa), mentre nei primi 10 mesi del 2019 gli emittenti del settore erano stati 5 (4 Madonne Caseificio, Cooperativa Allevatori Ovini, La Concordia Latteria Sociale, Mario Costa e Venchiaredo).
A oggi nel portafoglio degli investitori di private capital ci sono 203 aziende italiane. Al 9 novembre 2019 ce ne erano invece 180.
Tutti i dati sono stati estratti da BeBeez Private Data,
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