Le società partecipate da fondi di private equity hanno visto aumentare il tasso di crescita dei ricavi e dell’occupazione nel 2021. In particolare, la crescita dei ricavi è stata superiore a quella del PIL italiano, con un CAGR% medio delle società partecipate dai fondi in aumento del 6,5% (dal 5,5% del 2020). Di conseguenza, il divario tra il CAGR medio dei ricavi delle società di private equity in portafoglio e il PIL italiano è diventato più profondo nel 2021 (+5,7%) rispetto al passato (l’anno precedente era il 5,2%).
È quanto emerge dal l’ultimo report di PwC Italia: Economic Impact Private Equity e Venture Capital (si veda qui l’intero report), confermando il trend che si perpetua da oltre dieci anni (si veda altro articolo di BeBeez).
I risultati finanziari del 2021 hanno dunque confermato una forte ripresa dopo la diffusione della pandemia COVID-19, con un CAGR che ha chiuso l’anno con un +1% rispetto al precedente. Anche il benchmark mostra un andamento positivo rispetto agli anni precedenti, raggiungendo un CAGR dell’1,3% nel 2021, seppur inferiore rispetto alla crescita registrata nei ricavi dei PE. Di conseguenza, il divario tra la performance delle società sostenute da private equity e il benchmark è aumentato, passando da +4,5 punti percentuali nel 2020 a +5,2 punti percentuali nel 2021.
Nel report si sottolinea il fatto che il benchmark è composto da società private italiane di medie e grandi dimensioni, estrapolate dalle informazioni contenute nei “Dati Cumulativi di 2.145 società italiane”, un’indagine redatta dall’Ufficio Studi di Mediobanca.
La redditività delle società in portafoglio ai PE (7,4% CAGR) è stata superiore al benchmark di aziende private, con un gap positivo di +7,3 punti percentuali nel 2021.
In linea con gli anni precedenti, il tasso di crescita occupazionale delle società in portafoglio ai PE è stato più elevato rispetto alla media nazionale, raggiungendo un divario pari a +5,8% (vs 5,1% nel 2020).
Le società gestite da PE hanno avuto un tasso di crescita dell’occupazione più elevato anche rispetto al benchmark, raggiungendo il 6% nel 2021 (+0,6% vs 2020) e hanno generato circa 35mila posti di lavoro nel campione di società analizzate tra il 2017 ed il 2021.
Francesco Giordano, private equity Leader di PwC Italia, ha spiegato: “Lo studio evidenzia ancora una volta una performance positiva delle società partecipate da private equity, mostrando una crescita in termini di ricavi, ebitda e tassi occupazionali tra anno di investimento e disinvestimento maggiore rispetto al benchmark di società private similari analizzate. Quest’anno lo studio è stato ulteriormente arricchito con approfondimenti sulle tematiche Esg che sono sempre più una priorità per gli operatori. Molte società hanno pubblicato un bilancio di sostenibilità per la prima volta a seguito dell’ingresso di un private equity, dalla cui analisi risulta che i principali indici, quali emissioni di CO2 e il gender balance ratio, sono profondamente migliorati durante l’holding period”.
Quanto all’aspetto geografico, il campione di società cedute analizzato (225 per il periodo 2017-2021) ha confermato una profonda concentrazione delle operazioni di PE nel nord Italia, soprattutto in Lombardia, che rimane la prima regione per numero di operazioni (37%). Il resto del Paese continua a restare molto indietro.
Quanto ai settori, il commercio al dettaglio e i prodotti di consumo e industriali sono risultati i più rilevanti nelle transazioni, con una copertura rispettivamente del 35% e del 33% nel portafoglio di PE. Tra gli altri settori, l’ICT (Information & Communication Technology) rappresenta circa il 9%, seguito dalla sanità (7%), dalla chimica (7%) e dall’energia e dalle utility (5%).