Il sistema dei confidi ha aiutato molte aziende a superare la crisi, ma ora questo sistema a sua volta sta subendo i colpi della recessione e del credit crunch, perché negli ultimi tre anni si è registrata una flessione evidente delle risorse che sono state destinate ai confidi dalle Regioni.
I numeri sono contenuti in una corposa ricerca promossa dalla Fondazione Rosselli in collaborazione con Gruppo Impresa, Unicredit e Università di Torino sull’efficienza e sostenibilità dell’intervento pubblico, che MF-Milano Finanza ha in parte anticipato lo scorso 15 giugno.
La ricerca ha dimostrato che l’incidenza delle garanzie sui finanziamenti bancari alle piccole e medie imprese con meno di 20 addetti è fortemente aumentata nel quinquennio 2007-2011, passando da 9,78 al 12,29% e durante la fase più acuta della crisi finanziaria, quando i modelli di scoring e i sistemi di rating diventavano meno informativi essendo basati su indicatori pro-ciclici, l’azione dei confidi ha favorito il finanziamento delle piccole imprese grazie alla riduzione delle asimmetrie informative.
Tuttavia, si diceva, nel 2011 è risultato in calo lo stock di garanzie per la prima volta con 354 confidi di primo grado che hanno rilasciato nel 2011 garanzie per 21 miliardi di euro a beneficio di 1,28 milioni di imprese associate e il calo dell’attività è proseguito l’anno scorso.
Nel 2012 i primi 10 confidi, che rappresentano quasi il 50% del mercato, hanno rilasciato 8,9 miliardi di garanzie in calo (- 6,85%) per il secondo anno dopo la flessione del 2011 (-5,94%). E anche il conto economico aggregato di questi grandi operatori per la prima volta ha registrato una perdita, circa 25 milioni di euro, iscrivibile per lo più alle rettifiche di crediti e garanzie. Il tasso di sofferenze che considera le posizioni incagliate e le sofferenze sullo stock di garanzie è infatti passato dal 10,60% del 2009 al 22,86% nel 2012.
Non solo. Negli ultimi anni, si diceva, l’impegno dei confidi si è ridotto perché a loro volta i confidi hanno visto stanziare a loro favore molte meno risorse. Nel decennio 2003-2012 le amministrazioni regionali hanno infatti attivato 245 regimi di garanzia per un valore complessivo di 2,6 miliardi di euro. Di queste misure regionali, parte sono finanziate dallo Stato, parte dal sistema delle Camere di Commercio e la gran parte (1,6 miliardi, cioè il 62% delle risorse) dall’Unione europea, tramite l’utilizzo dei fondi strutturali. La maggior parte di questi 2,6 miliardi è stata poi assegnata dalle regioni a intermediari privati, in particolare ai confidi (poco meno di 1,4 miliardi), mentre 712 milioni sono stati assegnati alle finanziarie regionali, al netto della quota di 184 milioni che le stesse finanziarie regionali hanno assegnato a loro volta ai confidi.
«La dinamica nel tempo delle risorse stanziate a favore di interventi a garanzia evidenzia un impegno medio annuo nel quinquennio precedente la crisi ( 2003-2007) di circa 100 milioni di euro», ha spiegato a MF-Milano Finanza Marco Nicolai, direttore scientifico dell’Istituto per la finanza pubblica innovativa della Fondazione Rosselli, che ha proseguito: «Dallo scoppio della crisi e per tutti i due anni 2008-2009, sono state stanziate molte più risorse, per un totale di 1,1 miliardi di euro, più del doppio dell’intero quinquennio precedente e 6 volte l’impegno annuo di quel periodo. Va rilevato che nel 2009 risultavano attivabili le misure a valere sulla programmazione comunitaria 2007-2013, che per la prima volta hanno riconosciuto a livello regolamentare le misure di ingegneria finanziaria». Cioè soprattutto gli strumenti a garanzia del credito. Tuttavia, ha aggiunto Nicolai, «nel triennio 2010-2012, nonostante la crisi non abbia mostrato segni di attenuazione e il credit crunch sia peggiorato, l’impegno annuo a favore di queste misure si è dimezzato, passando da 600 a 300 milioni». Quindi, ha concluso Marco Bortoli, consigliere di Gruppo Impresa, «la flessione delle risorse per le garanzie nell’ultimo triennio va corretta in modo da sostenere i Confidi che oggi, in un momento difficile, garantiscono l’accesso al credito per le imprese».