L’annuncio del nuovo quantitative easing da 750 miliardi di euro da parte della Banca Centrale Europea deciso nella notte tra il 18 e i 19 marzo (si veda altro articolo di BeBeez) ieri ha avuto gli effetti sperati sui mercati europei, con lo spread di rendimento tra il Btp e il Bund decennali che sceso sotto i 200 punti base, dopo aver toccato i 330 pb mercoledì 18 marzo.
Contemporaneamente lo spread pagato sui contratti credit default swap (CDS) sul debito sovrano dei paesi europei più indebitati è crollato. I CDS a 5 anni in particolare sono tornati per l’Italia a quota 200 pb (fonte IHS Markit). Ricordiamo che i CDS funzionano in sostanza come un’assicurazione contro il rischio di default dell’emittente, in questo caso degli Stati sovrani. Chi compra il contatto si assicura pagando un premio, calcolato in punti base sul valore nominale del debito assicurato. nuove regole Ue per gli aiuti di Stato consentiranno di dare a piccole e grandi imprese, in buona salute alla fine dello scorso anno e ora colpita dall’emergenza COVID-19, garanzie dirette e sui prestiti, ma anche tassi di interesse agevolati, secondo una bozza della nuova comunicazione vista da Reuters.
Certo ora dopo la mossa della Bce, così come quelle analoghe della Fed (si veda altro articolo di BeBeez) e di tutte le principali banche centrali del pianeta, bisogna vedere se le politiche fiscali di supporto e stimolo all’economia avranno a loro volta il loro effetto.
Su questo fronte da mercoledì 18 marzo circola sui tavoli dei governi degli Stati membri Ue la bozza di comunicazione della Commissione europea sulle nuove regole temporanee sugli aiuti di Stato, per eventuali proposte di modifica e che dovrebbe entrare in vigore a breve. Lo ha detto con una nota la vicepresidente della Commissione Ue, Margrethe Vestager (si veda qui il comunicato stampa), precisando che avranno diritto agli aiuti in questione solo le imprese che non erano in difficoltà fino a fine dicembre 2019, ma che sono entrate in difficoltà in conseguenza dell’epidemia di Covid-19.
Nel dettaglio, le nuove regole permetteranno agli Stati membri di:
(i) impostare schemi di garanzie dirette o incentivi fiscali sino a 500 mila euro per impresa;
(ii) dare garanzie statali sui prestiti bancari;
(iii) permettere di erogare finanziamenti pubblici e privati a tassi agevolati;
(iv) riconoscere al settore bancario l’importante ruolo di canalizzare gli aiuti ai clienti finali, in particolare alle piccole e medie imprese.
La nota sottolinea che le nuove regole sono intese a fornire aiuti diretti ai clienti delle banche e non alle banche stesse e che forniranno le linee guida su come minimizzare qualunque aiuto residuo non dovuto alle banche.
Secondo Reuters, la bozza prevede che siano consentite garanzie statali sui prestiti, non oltre due anni e non oltre il 90% dei prestiti a pmi e grandi aziende sia per crediti per investimenti sia per capitale circolante. Per gli aiuti alle Pmi ci sarebbe uno sgravio del 50% sul premio annuale che viene pagato per avere la garanzia pubblica, questo sgravio sarebbe del 15% per aiuti alle grandi imprese. In ogni caso l’aiuto non potrà superare il 30 settembre 2020.
E’ evidente quindi che quanto sarà stabilito dalla Commissione fungerà da quadro all’interno del quale si collocheranno le iniziative dei vari governi. In sede di conversione in legge del Decreto Cura Italia (si veda altro articolo di BeBeez), quindi, una serie di emendamenti potranno ispirarsi alle misure Ue, se considerate più efficaci e meno complicate da adottare.