Sarà presentata oggi la nuova rete d’imprese battezzata «Riuso-Rete Imprese Umido-Sostanza Organica», appena costituita da cinque aziende piemontesi specializzate nel riciclo dei rifiuti organici e nella loro trasformazione in energia. Lo anticipa oggi MF-Milano Finanza, che precisa che il progetto è stato condotto in porto grazie al supporto di Intesa Sanpaolo, in particolare tramite il desk territoriale di Mediocredito italiano. E per Intesa Sanpaolo si tratta del terzo progetto di rete di imprese concluso nel giro di un mese in Piemonte. (scarica qui il comunicato stampa).
«Tra giugno e luglio Intesa Sanpaolo ha facilitato la creazione anche della rete Poliart, costituita da 6 aziende torinesi specializzate nel restauro di opere d’arte e architettoniche (scarica qui il comunicato stampa), e la rete Unity, costituita da tre aziende di Cuneo specializzate in soluzioni di arredamento di alto livello chiavi in mano (scarica qui il comunicato stampa)». ha commentato a MF-Milano Finanza Cristina Balbo, direttore dell’area Valle D’Aosta e Piemonte Nord Est di Intesa Sanpaolo
La rete Riuso, invece, ha sede a Pinerolo, in provincia di Torino, e unisce due aziende a capitale pubblico e tre a capitale privato. Le prime due sono Acea Pinerolese Industriale, che gestisce una pluralità di servizi a favore di Comuni, aziende e cittadini, dal ciclo idrico integrato, alla gestione delle reti gas, al sistema di raccolta; e Gaia-Gestione Ambientale Integrata dell’Astigiano, che gestisce 9 piattaforme per la raccolta e tutti gli impianti per il trattamento, il recupero e lo smaltimento dei rifiuti urbani nel bacino astigiano-
Le tre aziende a capitale privato sono invece Koster, che lavora in vari settori, dal recupero di rifiuti tramite compostaggio, alla produzione di prodotti per il giardinaggio e la cura del verde al noleggio di macchine agricole; San Carlo, che ha attivato un impianto per la produzione di biogas, utilizzato per produrre energia elettrica e termica; e Territorio Risorse, controllata di EntsorgaFin spa e proprietaria dell’impianto di compostaggio situato a Santhià (Vercelli).
Attualmente le cinque aziende hanno tutte fatturati compresi tra i 2 e i 5 milioni di euro e nel complesso raggiungono un totale di 18 milioni, ma già nel breve termine gli effetti positivi delle sinergie derivanti dal fatto di essere in rete saranno visibili in termini economici con impatto in termini di maggiore fatturato e maggiore redditività.
«Gli obiettivi della rete», spiega infatti Balbo, «sono principalmente due. Da un lato le aziende intendono sfruttare al massimo l’attuale capacità prduttiva di ciascuna, prevedendo coé uno scambio di commesse e di clienti, in modo tale da aumentare l’efficienza dei flussi. Dall’altro, lavorando in comune su progetti di ricerca e sviluppo, si punta a ridurre i costi di strutturazione dei piani di innovazione e formazione necessari per continuare a operare nel rispetto delle normative in continua evoluzione».
Non a caso, se è vero che in generale la creazione della rete non rappresenta (almeno per ora) la garanzia di ricevere un prestito dalle banche a condizioni migliori o una via preferenziale di accesso ai finanziamenti agevolati messi a disposizione dalle Regioni (si veda altro articolo di BeBeez), è anche vero, ha detto Balbo, “il fatto che le aziende facciano parte di una rete di imprese è una variabile positiva di cui noi teniamo conto quando analizziamo una richiesta di finanziamento da parte delle aziende. L’idea, infatti, è che le imprese in questione possano in prospettiva beneficiare dell’impatto positivo sul proprio business che verrà determinato dal conseguimento dell’obiettivo del progetto di rete” (si veda altro articolo di BeBeez).