Ci sono otto startup innovative italiane possibili unicorni di domani. Le ha individuate Leanus nel suo ultimo Osservatorio sulle startup condotto per MF Milano Finanza. Si tratta delle uniche startup individuate tra le 6.363 che a fine settembre erano registrate come tali al registro delle Imprese, che contemporaneamente nei bilanci 2016 avessero rispettato i seguenti quattro criteri di selezione: ricavi superiori a 1 milione, ebitda positivo, investimenti superiori a 100 mila euro e patrimonio netto di oltre 1 milione.
Il nome delle società così come l’intera ricerca saranno presentati domani a Milano dal cofondatore di Leanus Alessandro Fischetti e commentati dal suo socio Vincenzo Perrone in occasione di un convegno organizzato da MF-Milano Finanza che riunirà un ampio panel di addetti ai lavori per discutere sul tema start-up.
Leanus ha analizzato i bilanci 2015 depositati dalle start-up innovative e disponibili allo scorso 30 settembre (3.726 bilanci su un totale di 6.363 start-up) e di questi ha poi considerato solo i 2.377 bilanci che presentano tutte le informazioni necessarie per effettuare analisi approfondite sotto il profilo sia economico sia patrimoniale-finanziario. Il totale delle 6.363 start-up cuba circa 686 milioni di euro di ricavi e la stima di Leanus è che queste società chiuderanno l’anno con poco meno di 1 miliardo di fatturato complessivo. I ricavi scendono a 316 milioni per i 2.377 bilanci completi, con un ebitda negativo per 77,7 milioni. Quanto ai debiti finanziari, erano 130 milioni per questo ultimo gruppo, pari al 52% del capitale investito.
Con ricavi medi di 133 mila euro l’anno, un ebitda negativo del 25%, investimenti per 61 mila euro e debiti finanziari per 54 mila euro, la start-up innovativa italiana media ha però ancora tanta strada da percorrere per trasformarsi non solo in un unicorno ma anche semplicemente in una pmi redditizia.
Sui bilanci 2014 lo scorso marzo Leanus aveva invece selezionato 50 start-up “star” con 300 mila euro di ricavi in media, raddoppiati nei due anni precedenti, e margini di ebitda superiori al 25% (si veda altro articolo di BeBeez). Quelle start-up hanno continuato la loro corsa e sono rimaste redditizie. Sembrano poche rispetto al totale, ma la fotografia è assolutamente realistica e in linea con quello che ben sanno gli investitori in capitale di rischio specializzati in questo settore, cioè i business angel, gli incubatori d’impresa e i fondi di venture capital.