Nonostante la frenata dell’attività dei fondi di private equity in Italia nel secondo trimestre, nel complesso il primo semestre ha fatto segnare una crescita del 10% rispetto allo stesso periodo del 2012, con 33 nuovi investimenti conclusi, dei quali 19 tra gennaio e marzo, (dato aggiornato rispetto ai 16 deal censiti inizialmente) e 14 tra aprile e giugno. Lo rivela oggi MF-Milano Finanza, che pubblica gli ultimi dati raccolti dall‘Osservatorio Private Equity Monitor dell’Università Carlo Cattaneo di Castellanza.
Il Private Equity Monitor Index (PEMI) è sceso quindi a 117 punti dai 133 punti del primo trimestre (scarica qui il comunicato). Un livello che resta comunque ben al di sopra del minimo a 75 punti toccato nel primo trimestre 2012 (si veda altro articolo di BeBeez). Calcolato su base trimestrale a partire dal primo trimestre 2003 (base 100), l’indice PEMI viene elaborato rapportando il numero di operazioni mappate nel corso del trimestre di riferimento, al numero di investimenti realizzati nel trimestre base.
A livello qualitativo è da segnalare come nel corso dei primi sei mesi del 2013 poco meno del 30% degli investimenti (9 su 33) abbia riguardato operazioni cosiddette di «add on», cioè investimenti in aziende già in portafoglio, a dimostrazione che l’impegno degli operatori è oggi maggiormente concentrato sulla crescita delle partecipate. «Gli operatori sono focalizzati su società con forte vocazione estera o sulla possibilità di portare all’estero i gruppi italiani in cui hanno già investito, magari mediante acquisizioni o joint venture», ha infatti commentato Davide Proverbio, responsabile della practice italiana di private equity in SJ Berwin, tra gli sponsor del Pem, insieme a, Argos Soditic Italia, Ernst & Young, Fondo Italiano di Investimento sgr e Lek Consulting.
Sul fronte dimensionale, l’analisi evidenzia un fatturato medio delle aziende target di circa 50 milioni (dai 38 milioni del 2012). Più in dettaglio, sono state 4 (12%) le società target con volumi di ricavi superiori ai 250 milioni di euro, 12 (36%) quelle con fatturato compreso tra i 50 e i 250 milioni di euro e 17 (52%) quelle con un giro d’affari inferiore ai 50 milioni di euro.
Scarica qui l’intero Rapporto Pem 2012.