A valle del referendum sulla Brexit, circa il 30% degli operatori di private capital con sede nel Regno Unito ha deciso di spostare la base operativa in Europa (13%) o ritiene che sia una possibilità (17%). E’ quanto risulta da un sondaggio appena condotto da Preqin su un campione di 142 investitori in asset alternativi (75 operatori di private capital e 67 hedge fund, scarica qui lo Special report di Preqin).
Alcuni operatori potrebbero infatti iniziare a prendere le necessarie contromisure senza attendere la formalizzazione di un accordo conclusivo tra Regno Unito e Consiglio europeo. Fondi e gestori con base in Gran Bretagna potrebbero in particolare ricorrere al passaporto Aifmd per i Paesi terzi oppure dotarsi di società basate in Unione europea con delega a operare in Regno Unito (si veda altro articolo di BeBeez).
Stiamo parlando di operatori che muovono un enorme massa di denaro. Gli asset in gestione ai fondi di private capital con base in Regno Unito erano 490 miliardi di euro a fine settembre 2015 , ultimo dato disponibile, in aumento dai 460 miliardi di fine 2014, mentre gli asset in gestione dei fondi di private capital con base nel resto d’Europa erano “soltanto” 333 miliardi di euro (da 323 miliardi).
Detto questo, il 45% dei fondi di private capital si dice tranquillo sull’impatto della Brexit sui loro portafogli nei prossimi 12 mesi, nel senso che non si aspetta alcun tipo di impatto. C’è però un 19% degli intervistati che si aspetta un impatto negativo e un 22% che è incerto. La percentuale degli incerti sale al 38% quando pensa all’impatto di Brexit nel lungo termine, mentre scende al 13% quella di chi pensa che ci saranno conseguenze negative e cala al 40% la percentuale di chi pensa che non ci sarà alcuna conseguenza.
Quanto ai prossimi investimenti, il 29% dei private capital manager pensa che farà meno investimenti nel Regno Unito nel breve termine, mentre solo l’11% degli hedge fund pensa di ridurli. Sul lungo termine, invece, c’è un’alta percentuale di incerti sul da farsi: più della metà dei fondi di private capital e un terzo dei fondi hedge dichiarano di essere insicuri dell’impatto della Brexit sui loro prossimi investimenti nel Regno Unito.