Il primo semestre dell’anno ha segnato un vero e proprio record di investimenti per i private equity spagnoli che hanno registrato un balzo del 127% a 1,174 miliardi di euro rispetto al primo semestre del 2013, ma con un calo del 14% nel numero delle operazioni a 231 deal.
Lo ha annunciato nei giorni scorsi l’Associazione spagnola del private equity ASCRi- Asociation Espanola de Entitades de Capital-Riesgo (scarica qui la presentazione), precisando in particolare che il 41% degli investimenti ha riguardato operazioni di sviluppo, mentre la progressiva riapertura del credito bancario ha supportato il ritorno dei buyout che si sono quindi attestati a 417 milioni dai soli 120 milioni della prima parte del 2013, pur restando un numero esiguo (7 deal contro 6).
Ben il 90% delle operazioni ha riguardato comunque piccole e medie imprese e soltanto 4 operazioni hanno superato il valore di investimento di 100 milioni di equity (ma meglio di quanto era accaduto nel primo semestre 2013, quando di operazioni di queste dimensioni ce n’era stata soltanto una). Il 2013, d’altra parte, era stato un anno davvero difficile per il private equity spagnolo con soli 2,357 miliardi di euro di investimenti, in calo del 7,5% dal 2012, il terzo anno consecutivo di calo dell’attività (scarica qui i dati 2013).
Quanto alla raccolta, anche su questo fronte il semestre è stato molto ricco, con un aumento del 276% a 1,9 miliardi di euro della raccolta totale, risultato anche della partenza dell’operatività del fondo di fondi pubblico Fond Ico Global con una dotazione di 1,2 miliardi di euro, nato per stimolare la creazione di nuovi fondi di private equity e di venture capital con target le piccole e medie imprese e le start up spagnole.
Più nel dettaglio, del totale di 1,9 miliardi, 880 milioni sono da ascriversi alla raccolta di operatori internazionali con focus sulla Spagna, 76 milioni a risorse pubbliche, mentre la raccolta indipendente dei soli fondi spagnoli nel primo semestre ha registrato addirittura un balzo del 666% a quota 980 milioni dai soli 128 milioni del primo semestre 2013, tornando quindi ai livelli di raccolta pre-crisi del 2006-2008. La maggior parte della raccolta indipendente ha riguardato i fondi di private equity Corpfin Capital, Portobello, Miura, Suma Capital e Sherpa, ma parecchi capitali sono arrivati anche ai nuovi fondi di venture capital Caixa Innvierte Biomed, Onza Capital, Axon ICT II e Inveready First Capital II. Ben il 53% dei fondi raccolti dagli operatori nazionali provengono da investitori esteri.
Sul fronte dei disinvestimenti, infine, il balzo è stato del 17=% a 1,769 miliardi di euro (calcolati al costo storico di acquisto) per 102 operazioni, con ben 1,114 miliardi (16 deal) disinvestiti da operatori internazionali.