La Commissione europea ha pubblicato ieri un nuovo Piano d’azione per rafforzare la Capital Markets Union nei prossimi anni, che prevede 16 misure mirate (si veda qui il comunicato stampa e qui il testo del Piano d’azione).
Secondo la Commissione Ue, “mercati dei capitali ampi e integrati faciliteranno la ripresa dell’Unione europea, garantendo che le imprese, in particolare le piccole e medie imprese, abbiano accesso alle fonti di finanziamento e che i risparmiatori europei investano con fiducia per il loro futuro. Mercati dei capitali dinamici sosterranno inoltre la transizione verde e digitale dell’Europa e contribuiranno a creare un’economia più inclusiva e resiliente. L’Unione dei mercati dei capitali è fondamentale anche per rafforzare il ruolo internazionale dell’euro”.
Valdis Dombrovskis, Vicepresidente esecutivo della Commissione Ue, ha dichiarato: “La crisi del coronavirus ha conferito un carattere di reale urgenza ai lavori per la creazione l’Unione dei mercati dei capitali. La forza della ripresa economica dipenderà in modo determinante dal buon funzionamento dei mercati dei capitali e dalla possibilità per i cittadini e le imprese di accedere alle opportunità di investimento e ai finanziamenti di mercato di cui hanno bisogno. Dobbiamo generare investimenti massicci per rendere l’economia dell’Uepiù sostenibile, digitale, inclusiva e resiliente. Il piano d’azione adottato oggi mira ad affrontare con determinazione alcuni degli ostacoli che ancora si frappongono al mercato unico dei capitali”.
Il piano d’azione presentato prevede tre obiettivi fondamentali:
- garantire che la ripresa economica dell’UE sia verde, digitale, inclusiva e resiliente, rendendo i finanziamenti più accessibili alle imprese europee, in particolare le pmi;
- rendere l’UE un luogo ancora più sicuro per il risparmio e gli investimenti a lungo termine;
- integrare i mercati nazionali dei capitali in un vero e proprio mercato unico dei capitali a livello dell’UE.
A tal fine la Commissione ha proposto quindi sedici misure mirate, elencate nella grafica in pagina. Tra le misure annunciate ricordiamo in particolare:
- Creare un unico punto di accesso ai dati delle imprese per gli investitori. Secondo la Commissione a livello europeo private equity e mercato dei bond hanno aumentato il loro ruolo di finanziatori delle aziende in alternativa al credito bancario. Per contro il ricorso al mercato borsistico resta limitato. Per questo motivo la Commissione vuole rendere le società più visibili agli investitori transfrontalieri, integrare meglio le normative nazionali dei mercati dei capitali e facilitare il loro accesso ai finanziamenti del mercato. Al fine di promuovere e diversificare l’accesso mercato borsistico da parte di piccole imprese innovative, la Commissione cercherà di semplificare le regole di quotazione per i mercati pubblici e in particolare di ridurre i costi della compliance. La Commissione continuerà quindi i suoi lavori per la creazione uno SME IPO fund, un fondo a capitale pubblico-privato che investa in pmi ad alta crescita, in
in particolare nei settori di importanza strategica per l’Ue, con l’obiettivo di quotarle. - Incentivare gli investimenti in equity da parte di investitori istituzionali come gli ELTIF, assicurazioni e banche. Visto che il numero di ELTIF lanciati in Europa è ancora esiguo, la Commissione rivedrà la normativa in modo da renderla più attraente e catalizzare più investimenti in pmi quotate e non quotate e in progetti infrastrutturali. sostenere le imprese di assicurazione e le banche affinché investano maggiormente nelle imprese dell’Ue in ottica di lungo termine.
- Obbligare le banche a fornire un’alternativa alle aziende che per qualunque motivo non vogliono o possono finanziare. Se
le banche non hanno la capacità o la volontà di fornire credito, dice la Commissione, queste possono invece dirigere
le pmi a fornitori alternativi di finanziamento. Se la banca fosse obbligata a indirizzare proattivamente le aziende respinte a fornitori alternativi di finanziamento, consentirebbe a questi ultimi di risparmiare sui costi di ricerca di alternative e aumentare la consapevolezza generale che esiste un’alternativa al credito bancario - Promuovere ulteriormente l’armonizzazione e la convergenza delle norme in materia di insolvenza.