La startup BetaGlue Technologies, guidata dal ricercatore Francesco Izzo e attiva nelle Life Sciences, ha incassato un nuovo round di finanziamento da 10 milioni di euro di equity da Fin Posillipo (Petrone Group), Kairos Partners SGR, LIFTT (venture Capital guidato da Stefano Buono, fondatore di AAA), Neva Sgr (Intesa Sanpaolo), Profequycapital e Romed, con un reinvestimento di Innogest Capital e Panakès Partners già presenti nel capitale (si veda qui il comunicato stampa).
Ricordiamo che nel settembre 2016, la società aveva già incassato un round di investimento da 4,2 milioni di euro da parte dei venture capital Innogest e Panakés, mentre nel 2018 era rientrata nella shortlist delle 11 aziende italiane selezionate, tra le 135 totali, per partecipare all’esclusivo programma formativo Techshare organizzato da Euronext. Nel caso specifico il programma ha supportato BetaGlue nella fase di preparazione per un’ulteriore apertura del capitale ai fondi di venture capital (si veda altro articolo di BeBeez, accessibile agli abbonati News Premium).
Fondata con il nome di Seventeen, BetaGlue Technology è specializzata in terapie innovative per il trattamento dei tumori. Il suo fondatore, Izzo, è direttore della Struttura Complessa di Chirurgia Oncologica Addominale a indirizzo Epatobiliare dell’Istituto Tumori di Napoli presso l’Istituto Pascle, e Principal Investigator di una nuova metodologia di terapia dei tumori, BAT-90..
Quest’ultima, acronimo di Beta Ablation Therapy with Yttrium-90, è nata proprio in seno alla Fondazione Pascale di Napoli, dove l’iniezione intra-arteriosa di microsfere radioattive nel trattamento del tumore epatico (cosiddetta TARE) è stata estesa al di là di tale indicazione e via di somministrazione; ciò è avvenuto tramite l’uso di una colla biocompatibile a rapida polimerizzazione che trattiene efficacemente le microsfere radioattive, permettendo di iniettarle direttamente e con sicurezza in vari tessuti target. Questi ultimi possono essere sia tumori o metastasi non resecabili chirurgicamente, che vengono così irradiati in loco, sia margini di resezione tumorale, che potrebbero presentare ancora cellule cancerose residue (la causa principale di recidiva locale) e che possono essere bonificati grazie a BAT-90.
Oltre alla già citata BAT-90, BetaGlue ha sviluppato una tecnologia proprietaria, in corso di brevettazione che, grazie all’utilizzo della sola matrice biocompatibile consente di effettuare biopsie sicure in oncologia, prevenendone complicanze anche severe dopo procedure polmonari o epatiche. Il device è stato testato in uno studio clinico multicentrico in Italia su 40 pazienti sottoposti a biopsia polmonare diagnostica, evidenziando una riduzione statisticamente significativa rispetto ai dati presenti in letteratura dell’incidenza di complicanze, che includono emorragie e pneumotorace, diminuendo di conseguenza in modo rilevante anche i costi sanitari associati alla loro insorgenza.
I fondi appena raccolti serviranno a finanziare le future attività di BetaGlue orientate al raggiungimento di diversi milestone in Europa e negli Stati Uniti per lo sviluppo e la registrazione della piattaforma di radioterapia avanzata per i trattamenti intratumorali, BAT-90. Priorità di tale sviluppo saranno il completamento degli studi clinici già in corso nelle indicazioni tumore epatico e mammario e la loro approvazione regolatoria, oltre al completamento dello scale-up industriale in Europa e negli Stati Uniti del dispositivo per biopsie sicure, già testato clinicamente nella biopsia polmonare ed epatica.
Riccardo Palmisano, Executive Chairman, e Antonino Amato, CEO e direttore clinico di BetaGlue Technologies, hanno commentato: “L’ingresso di nuovi soci qualificati ci permetterà di accelerare i piani di sviluppo di BetaGlue. Con il loro contributo potremo rafforzare i pilastri della creazione di valore per la società, quali sviluppo clinico e scale-up industriale dei nostri prodotti innovativi. In tal modo, siamo fiduciosi di poter trasferire il concetto di medicina di precisione in radioterapia a vantaggio di pazienti e operatori sanitari, e al contempo di rafforzare il valore per gli investitori che hanno avuto fiducia in noi e nella nostra tecnologia”.
Roberto Zanco, responsabile investimenti alternativi e Key Partner del fondo Kairos Ventures ESG One, ha aggiunto: “Vogliamo continuare a supportare società che, come BetaGlue, si impegnano nella risoluzione di problemi complessi per il miglioramento della vita di pazienti su grande scala. Convinti della bontà e solidità del leadership team della società, ci congratuliamo con BetaGlue per il raggiungimento di questo importante traguardo”.
Dal canto suo Giovanni Tesoriere, ceo di LIFTT, ha osservato: “Per LIFTT questa operazione rappresenta una grandissima opportunità: BetaGlue raccoglie infatti alcune eccellenze mondiali nell’ambito della lotta antitumorale, e la loro intuizione di combinare tecnologie esistenti e già attive sul mercato in modo innovativo è formidabile, anche e soprattutto in relazione alla gravità delle patologie che rappresentano il loro target di riferimento ed al potenziale correlato”.
Mario Costantini, amministratore delegato di Neva SGR, ha concluso: “Siamo convinti che le scienze della vita offrano un grandissimo potenziale allo sviluppo dell’Italia grazie al talento di ricercatori eccezionali e ad una filiera di settore che contribuisce in modo importante all’economia italiana. L’investimento in BetaGlue va nella direzione di premiare un’eccellenza italiana in un’area ad alto impatto economico e sociale che oltre a migliorare la qualità della vita delle persone potrà generare ritorni importanti per i nostri sottoscrittori”. Proprio Costantini pochi giorni fa ha dichiarato, in occasione dell’investimento nelle aziende israeliane della cybersecurity Coro e Cyberint, che l’ex corporate venture capital di Intesa Sanpaolo intende estendere la sfera di interesse da IT e Fintech anche a dal tri settori tra cui proptech, agritech e, appunto, life sciences (si veda altro articolo di BeBeez). Detto, fatto.