Kos, uno dei leader italiani nei settori della sanità assistita e della riabilitazione, controllato dalla Cir della famiglia De Benedetti (circa 53%) e partecipato dal fondo Ardian (circa il 47%). si prepara al riassetto azionario.
Lo ha scritto Il Sole 24 Ore, precisando nel luglio del prossimo anno scadrà infatti l’accordo stipulato nello statuto tra Cir e Ardian, che prevede la cessione del 100% del gruppo e che Cir intende invece restare al controllo del capitale. Per contro Ardian intende disinvestire e quindi il riassetto avrà luogo prima di quella data. Candidati a rilevare le quote di Ardian al fianco di Cir sono altri fondi di private equity.
Kos opera in particolare in tre aree di attività: residenze sanitarie assistenziali per anziani non autosufficienti, con il marchio “Anni Azzurri”; gestione di centri di riabilitazione funzionale e psichiatrica, con i marchi S. Stefano e Redancia; fornitura di servizi avanzati di gestione di tecnologie medicali complesse (diagnostica per immagini, medicina nucleare e radio terapia) in outsourcing con il marchio Medipass.
Guidato dall’amministratore delegato Giuseppe Vailati Venturi, il gruppo Kos gestisce 75 strutture nel centro-nord Italia, per un totale di oltre 7.100 posti letto, ai quali se ne aggiungono oltre 200 in fase di realizzazione. Nel corso del 2014 KOS ha avviato le strutture RSA di Montecosaro (MC) e Bergamo e acquisito l’ospedale privato a indirizzo neuropsichiatrico “Villa Azzurra” a Riolo Terme (RV). Nell’area delle cure oncologiche e diagnostica proseguono le attività in India con la joint venture ClearMedi Healthcare e in Regno Unito con la controllata Medipass Healthcare.
Kos ha chiuso il 2014 con ricavi per 392,4 milioni (+5,3%) e un utile di 12,3 milioni (+4%) a fronte di un indebitamento di 157 milioni. Secondo quanto riferito da MF Milano Finanza lo scorso 4 settembre, in considerazione dei multipli di settore (ev/ebitda di 11-12 volte), Kos oggi potrebbe avere un equity value tra 550 e 600 milioni.
Ardian aveva investito in Kos a fine ottobre 2010, quando ancora si chiamava Axa Private Equity, acquisendo inizialmente il 41,1% e impegnandosi ad aumentare la quota sino al 46,7% nei tre anni successivi, per un impegno complessivo di 150 milioni di euro (scarica qui il comunicato stampa di allora).