L’Inail potrà investirà in fondi di seed e venture capital o anche direttamente in startup innovative. Lo prevede l’art. 18 del Disegno di legge di bilancio varato dal governo la scrosa settimana e datato 24 ottobre (scarica qui il testo del Ddl). Lo stesso Ddl che contiene il pacchetto di misure di supporto a Industria 4.0 e che prevede l’istituzione dei Piani individuali di risparmio (si veda qui altro articolo di BeBeez).
Più nel dettaglio, il Ddl prevede che “per le proprie finalità” l’Inail possa “sottoscrivere quote di fondi di investimento di tipo chiuso dedicati all’attivazione di startup innovative ovvero costituire e partecipare a startup di tipo societario finalizzate all’utilizzazione industriale dei risultati della ricerca, anche con soggetti pubblici e privati, italiani e stranieri, operanti nei settori funzionali al raggiungimento del proprio scopo, aventi quale oggetto sociale esclusivo o prevalente lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico, anche rivolte alla realizzazione di progetti ins ettori tecnologici altamente strategici”. Il tutto previa autorizzazione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, d’intesa con il Ministero dell’economia e delle finanze.
Le altre novità a supporto degli investimenti in startup, pmi e fondi a loro dedicati si trovano tutte all’art. 19 del Ddl. In particolare, il Ddl (art. 19 comma 1) precisa chiaramente che i fondi pensione potranno investire sino al 5% del loro patrimonio nel capitale di società quotate o non quotate con base in Italia o in uno Stato membro Ue o aderente all’accordo sullo spazio economico europeo oppure in quote di fondi che investano in queste società. Come evidenziato qui di seguito.
Dei Pir si parla invece ai commi 11, 12 e 13 e viene specificato come atteso che i redditi da capitale dei Pir sono esenti dalla ritenuta del 26% a patto che gli investimenti vengano mantenuti in portafoglio per almeno 5 anni. Tuttavia, a differenza di quanto il capo della segreteria tecnica del Ministero dell’economia e delle finanze, Fabrizio Pagani, aveva riferito a MF Milano Finanza lo scorso sabato 22 ottobre (si veda altro articolo di BeBeez), i Pir potranno godere dei vantaggi fiscali non solo se investiranno in strumenti finanziari emessi da aziende quotate o non quotate italiane o da fondi di investimento italiani, ma anche da aziende o fondi residenti in stati membri dell’Unione europea o aderenti all’accordo sullo spazio economico europeo. Come evidenziato qui sotto