E’ stato siglato nei giorni scorsi l’accordo di ristrutturazione del debito bancario di Jeckerson, la casa di moda produttrice degli omonimi jeans controllata al 71% da Stirling Square Capital Partners e al 29% da Sirius Equity. Lo ha comunicato ieri lo studio Latam&Watkins, advisor legale della società, che sul piano finanziario è stata invece assistita da Equita Sim. Le banche sono state invece supportate dallo studio legale Jones Day.
Le trattative con le banche (GE Capital Interbanca, UniCredit, Mps Capital Services e Banca Mps) iniziate oltre un anno fa (si veda altro articolo di BeBeez), hanno portato a uno riscadenziamento delle posizioni debitorie senior per un totale di 55 milioni di euro e a una revisione dei covenant finanziari. Contemporaneamente, il fondo Stirling Square, che ha acuqisito la sua quota da Blue Fashion Group della famiglia Stocchi nel 2008, si è impegnato a versare nuovo equity.
Secondo quanto rivelato oggi da MF Fashion, l’entità del nuovo investimento è oggetto in queste ore delle ultime negoziazioni, ma già nel bilancio 2012 si leggeva che «subordinatamente al perfezionamento della ristrutturazione bancaria in corso di negoziazione, in data 25 luglio 2013 l’azionista Stirling Square Capital Partners Second Fund LP ha formalmente manifestato il proprio impegno ad effettuare un’iniezione di nuove risorse finanziarie per complessivi Euro 5 milioni».
I problemi per il gruppo di moda erano iniziati già nel 2011 con il mancato rispetto dei covenant sul debito. Il bilancio 2012 si era poi chiuso con una perdita netta di oltre 30 milioni di euro, soprattutto a fronte di una svalutazione dell’avviamento di appunto 30 milioni. Già nel 2011 il risultato netto era stato negativo per 6,7 milioni (dai 5,3 milioni di utile del 2010) soprattutto a seguito della decisione di svalutare l’avviamento per 10 milioni. Dall’impairment test svolto a fine 2011 non erano emerse riduzioni di valore dell’avviamento, ciononostante era stata effettuata un’analisi di sensitività per introdurre un ulteriore elemento di prudenza nell’esercizio e si era appunto deciso di svalutare da subito l’avviamento.
Nel 2012, il fatturato netto consolidato di produzione e licenze è poi sceso a 42,1 milioni (-15% dai 50,5 milioni del 2011), a fronte delll’ulteriore contrazione del volume d’affari del canale wholesale multimarca indipendente e licenze pari al -33% rispetto al 2011precedente, solo in parte controbilanciata dalla crescita di fatturato del nuovo canale retail. L’ebitda è a sua volta crollato a 10,1 milioni (da 15,6 milioni nel 2011) cioè al 23% del fatturato (dal 30%). Il tutto a fronte di un debito finanziario netto di 52,5 milioni (da 47,8 milioni nel 2011), senza contare i 29,7 milioni (da 27,8 milioni) di vendor loan e contingent vendor loan.
Questi ultimi due finanziamenti sono del tipo PIK (Payment in kind) e prevedono ciooé il cumulo a scadenza degli interessi maturati. Inoltre il contingent vendor loan, spiega il bilancio, è pagabile “a Blue Fashion Group spa al momento del disinvestimento dei soci di controllo, ma solo nel caso, allo stato attuale improbabile, di un rendimento annuo del 20% maturato sul capitale investito da parte degli stessi soci di controllo, essendo tale debito redimibile a valore simbolico (un euro) in caso contrario)”.