Il gruppo Rhiag, il leader europeo nell’automotive aftermarket, controllato dal fondo Apax Partners, ha acquisito il 100% della torinese Era, uno dei principali distributori italiani specializzati nei ricambi elettrici ed elettronici per il settore automotive, per un valore di 32 milioni di euro.
Lo scrive oggi MF-Milano FInanza, precisando che a vendere sono stati da un lato il fondo Alcedo III gestito da Alcedo sgr (68% del capitale) e dall’altro i soci fondatori, in particolare il presidente Roberto Turatti e i suoi figli, la famiglia Fogliatti, Carole Tranchero Spinelli e il responsabile dello sviluppo estero Jaroslaw Gora.
Maurizio Tiveron e Michele Gallo, i partner della sgr che hanno seguito l’operazione, supportati dallo Studio Legale Raynaud and Partners, hanno commentato che “il fondo Alcedo III ha realizzato un Irr lordo di oltre il 40%. Alcedo sgr era infatti entrata nella compagine societaria di Era nel giugno 2012 con un investimento di 10 milioni”.
Era ha chiuso l’esercizio 2013 con un fatturato di circa 40 milioni e una marginalità in termini di ebitda superiore al 16%, con una previsione per il 2014 di oltre 42 milioni di ricavi. Il risultato 2013 è stato conseguito per circa il 40% in Italia, il 33% in Europa e il 27% fuori Europa, consolidando la posizione competitiva della società, sia in Italia che all’estero, in linea con gli obiettivi definiti da Alcedo in fase d’ingresso. Con una presenza commerciale in circa 90 Paesi, ERA annovera tra i principali mercati esteri Russia, Germania, Regno Unito e Spagna. In poco più di 2 anni, è stato inoltre ampliato il portafoglio prodotti passando da 8.000 a circa 11.000 referenze; il parco clienti è cresciuto da 1.400 a 1.800.
Questa operazione rappresenta il terzo disinvestimento, dopo quelli di Lafert (si veda altro articolo di BeBeez) e Pixartprinting (si veda altro articolo di BeBeez), per il fondo Alcedo III, che nel 2008 aveva raccolto 173 milioni di euro e che , hanno spiegato ancora Tiveron e Gallo, “a oggi è quasi completamente investito, con soli 30 milioni di euro residui e un paio di operazioni sul tavolo che si dovrebbero concludere entro fine anno”. I tre disinvestimenti, ha aggiunto Gallo, “dai quali abbiamo incassato oltre 4 volte il capitale investito, ci hanno già permesso di rimborsare ai nostri sottoscrittori tutto quanto richiamato sinora e il fondo ha in portafoglio oggi ancora sette partecipate”.
Parallelamente, ha annunciato Gallo, “stiamo già lavorando per predisporre la raccolta del fondo Alcedo IV con target 175 milioni, per la quale ci faremo affiancare dal placement agent londinese Acanthus, proprio al fine di incrementare la presenza di sottoscrittori internazionali, peraltro già presenti anche nel fondo Alcedo III al fianco di banche e fondazioni italiane e a un gruppo di imprenditori del Nord Est, oltre che al management”.