Banca Popolare di Vicenza e Finanziaria Internazionale si dividono il top della classifica degli arranger di collocamenti di minibond (per emissioni al di sotto dei 50 milioni di euro), con dieci operazioni ciascuna, seguite da Veneto Sviluppo (8) e Banca di Cherasco (6).
A stilare la prima classifica degli arranger del settore è stato l’Osservatorio sui minibond del Politecnico di Milano, guidato da Giancarlo Giudici, che ieri ha presentato il suo primo rapporto sul settore (scarica qui l’intero report). Alla presentazione è seguita una tavola rotonda alla quale ha partecipato anche Francesco Pacifici, menbro della Segreteria Tecnica del Ministero dello Sviluppo Economico che non ha escluso che in futuro anche l’attività di crowdfunding sul debito (cossiddetto peer-to-peer lending crowdfunding o P2P lending) possa essere permessa in Italia (si veda altro articolo di BeBeez).
Quanto agli studi legali advisor degli emitteni, la lista è invece molto più corta. Secondo l’Osservatorio del Politecnico, i player più attivi nel corso del 2013 e del 2014 sono stati Chiomenti, Hogan Lovells, Latham&Watkins, NCTM, Orrick, R&P Legal, Simmons&Simmons.
Tra gli altri spunti interessanti della ricerca, c’è il calcolo dello spread medio pagato in emissione dai vari minibond in rapporto al tasso euribor o al tasso swap, che nel 36,5% dei casi esaminati (35 emissioni su 96 tra minibond quotati e non quotati) si colloca tra il 5% e il 6%.
Infine, se si considerano i soli minibond emessi da pmi, i titoli più rischiosi sono quelli con scadenze comprese tra i 2 e i 4 anni, per i quali si registrano le massime cedole in circolazione. Più nel dettaglio, per le scadenze a 3-4 anni la cedola media pagata è del 7,8% e scende al 7,4% per le scadenze a 2-3 anni. Per contro, ci sono emissioni di pmi a oltre 7 anni che rendono il 4,1%.