Quotazione in vista al Nasdaq OMX First North di Stoccolma per Cynny spa, la startup italiana creata dall’imprenditore Stefano Bargagni (fondatore di Chl) che ha sviluppato un’app per la condivisione che permette di creare video interattivi con i propri contenuti che si modificano nell’istante in cui vengono visti, potenziando il coinvolgimento emotivo degli spettatori (per una storia dell’azienda si veda questo articolo di BeBeez).
Secondo quanto riferisce oggi MF-Milano Finanza, infatti, la società ha già dato mandato all’advisor Mangold per supportarla nell’operazione di listing dell’intero capitale. Non si tratterà, infatti, di un’ipo, nel senso che non ci sarà offerta di nessuna azione sul mercato, ma semplicemente di una quotazione delle azioni, che diventeranno così negoziabili da parte degli investitori privati e istituzionali.
Il tutto ha l’obiettivo di ampliare il più possibile la platea degli investitori, che già sono oltre un centinaio, in vista di successivi aumenti capitale. Lo sbarco in Borsa, infatti, è previsto successivamente alla chiusura dell’aumento di capitale attualmente in corso e che si chiuderà il prossimo 30 giugno (si veda altro articolo di BeBeez)
Dopo aver raccolto 3 milioni di euro in meno di 18 mesi, Cynny ha varato una seconda tranche da 600 mila euro dell’aumento deliberato lo scorso gennaio per un totale di 2,2 milioni, di cui 400 mila euro già raccolti a fine marzo.
Di questa nuova tranche, la metà doveva essere raccolta tramite la piattaforma di equity crowdfunding StarsUp e questo proposito, come da Regolamento Consob, un 5% della quota offerta è stato già sottoscritto da un investitore professionale, che nel dettaglio è Next spa, la holding di investimento di Andrea Manganelli, imprenditore che aveva fondato Toscana Finanza quotata a Piazza Affari nel 2007 e poi acquisita da Banca Ifis.
Tuttavia, l’offerta da 300 mila euro su StarsUp che è partita lo scorso 15 maggio e che si chiuderà il prossimo 15 giugno, non ha avuto successo, perché a oggi la raccolta è stata soltanto di 30 mila euro. D’altra parte che in Italia l’equity crowdfunding funzioni poco è un dato di fatto: da quanto è stata varata la legge, sono stati raccolti soltanto 1,76 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez).
Per questo motivo Bargagni ha deciso di provare una strada alternativa per coinvolgere nell’azionariato gli investitori retail, appunto quella della quotazione.
Cynny ha fatturato 471 mila euro nel 2014 dai 136,5 mila del 2013 (si vedano qui il bilancio 2014 e la nota integrativa).