In conseguenza dell’interruzione delle trattative con il presidente di Clessidra sgr, Francesco Trapani, per la cessione del 59% dell’sgr, Manuela del Castillo Sposito, vedova del fondatore di Clessidra, Claudio Sposito, “valuterà nel prossimo futuro, anche con l’assistenza dei propri advisor, le iniziative da assumere, avuto riguardo al primario interesse di Clessidra sgr spa e della sua capacità di creazione di valore”. Lo si legge in una nota diffusa ieri, un giorno dopo le note diffuse dall’sgr e dallo stesso Trapani (si veda altro articolo di BeBeez).
Trapani aveva motivato la rottura delle trattative a seguito della ” volontà della controparte, manifestata nelle ultime ore, di venire meno agli accordi preliminari già raggiunti oltre 40 giorni fa, variando sostanzialmente le basi, anche economiche, su cui tali accordi si fondavano”.
Ancora non è chiaro che cosa abbia portato la signora Sposito a cambiare idea sui termini di un accordo preso un mese fa su base verbale e confermato da una serie di mail scambiate tra gli avvocati delle controparti. Ad assistere Trapani c’è lo studio legale Gattai, Minoli (nella persona dell’avvocato Bruno Gattai), mentre advisor della famiglia Sposito sono Rothschild e Lombardi Molinari Segni (avvocato Giuseppe Lombardi).
MF Milano Finanza scrive oggi che Lombardi ha sostituito all’improvviso nei giorni scorsi l’avvocato Michele Carpinelli (studio Chiomenti) da sempre vicino alla famiglia e che il ben servito a Carpinelli è coinciso con la richiesta di modifica delle condizioni dell’accordo di cessione delle quote dell’sgr da parte di Manuela Sposito, che tra le altre cose ha chiesto un aggiustamento al rialzo del prezzo del 30% e il passaggio in unica soluzione dell’intero pacchetto (inizialmente era prevista la cessione del 59% del capitale e la cessione del restante 20% dopo tre anni).
La vicenda è molto complicata per il fatto che la scomparsa di Sposito ha fatto scattare la cosiddetta “key man clause” che richiede un via libera da parte degli investitori alla nuova governance del fondo. Non semplifica le cose il fatto che l’sgr presenta un ricco portafoglio di partecipazioni che vanno gestite e che contestualmente è in raccolta con il terzo fondo di private equity. Come noto i manager avevano già deciso di ridurre il target di raccolta rispetto all’obiettivo di 1-1,1 miliardi di euro. Nei giorni scorsi si era parlato di 600-700 milioni ma, prima della rottura delle trattative Trapani e la vedova Sposito, i manager confidavano di poter raggiungere comunque almeno gli 800 milioni.