Lvmh sta per acquisire una quota del 10% del capitale di Marcolin, la società italiana produttrice di occhiali delistata da Piazza Affari nel 2012 e controllata dal fondo Pai Partners. La notizia anticipata ieri da Bloomberg, ha fatto crollare in Borsa le quotazioni del competitor Safilo (-13,91% a 6,84 euro), ma ha pesato anche su Luxottica (-2,75% a 51,25 euro). Per contro, il bond Marcolin si è apprezzato sull’ExtraMot Pro, chiudendo a 106,94 centesimi dai 106,86 di mercoledì 18 gennaio.
Secondo le indiscrezioni, l’operazione avverrebbe sulla base di una valutazione di Marcolin di 500 milioni di euro. Il fondo paneuropeo, guidato in Italia da Raffaele Vitale, aveva acquisito nel 2012 l’80% del capitale di Marcolin, sulla base di una valutazione di 282 milioni, dagli azionisti aderenti al patto parasociale (famiglia Marcolin, Andrea e Diego Della Valle) e da Antonio Abete. Successivamente Giovanni, Cirillo e Maurizio Marcolin, Andrea e Diego Della Valle e Antonio Abete hanno reinvestito nella società. Nel 2013 Marcolin ha poi quotato all’ExtraMot Pro un bond da 200 milioni di euro a scadenza novembre 2019 e cedola 8,5% per rifinanziare il debito esistente e finanziare l’acquisizione della statunitense Viva Optique.
L’obiettivo di Lvmh, che già oggi affida a Marcolin la produzione dei suoi occhiali a brand Emilio Pucci, sarebbe quello di utilizzare la società italiana come unico produttore di tutte le sue linee di occhiali, compresi quelli di Celine, che attualmente vengono invece prodotti da Safilo sulla base di un contratto che è però in scadenza quest’anno. Ma Safilo oggi producce per Lvmh anche gli occhiali a marchio Marc Jacobs, Fendi e Givenchy.
L’operazione potrebbe prevedere anche la costituzione di una newco da parte di Lvmh alla quale apportare tutte le licenze relative all’occhialeria. A oggi Marcolin oggi produce occhiali per brand come Moncler, Tod’s e Diesel.
La relazione al bilancio consolidato 2015 riferisce che quell’anno Marcolin ha venduto circa 15 milioni di occhiali, realizzando un fatturato di 434,8 milioni (da 382,1 milioni nel 2014), un ebitda rettificato di 50,2 milioni (da 43,8 milioni) e un debito finanziario netto di 213,9 milioni (da 196,1 milioni).
Il gruppo ha chiuso i nove mesi del 2016 con 335,1 milioni di euro di ricavi netti, 35 milioni di ebitda rettificato e un debito finanziario netto di circa 215 milioni.