E’ attesa nei prossimi giorni la risposta degli istituti di credito finanziatori del gruppo Canepa, leader mondiale nella tessitura serica di fascia alta con sede a Como, alla proposta di ristrutturazione del debito, che prevede anche l’iniezione di nuova finanza da parte di un nuovo investitore.
Lo ha scritto ieri Reuters, precisando che il tutto dovrebbe avvenire nel quadro di una procedura sulla base dell’art 182-bis della Legge fallimentare e che la proposta inviata alle banche (UniCredit, Intesa Sanpaolo, Ubi e Credito Valtellinese) prevede una separazione della parte immobiliare da quella operativa, l’erogazione di un prestito di 15 milioni di euro da parte del fondo Usa D.E. Shaw e che la famiglia Canepa resti alla guida del gruppo.
Con sede a San Fermo della Battaglia (Como), il gruppo Canepa ha chiuso il 2016 con circa 90 milioni di euro di ricavi e un ebitda di circa 4 milioni, dopo un 2015 con 107 milioni di euro di ricavi e un ebitda di 11,8 milioni. Mentre la capogruppo Canepa spa nel 2015 aveva registrato 87 milioni di ricavi (da 84,9 milioni nel 2014), con un ebitda di 4,9 milioni (da 7,1 milioni) e una perdita netta di 36mila euro (da un utile netto di 600 mila euro), a fronte di un debito finanziario netto di 20,4 milioni (da 68,8 milioni)(si veda qui l’analisi di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente).
Canepa ha una produzione 100% made in Italy attraverso 6 fabbriche in Italia per una produzione dedicata a oltre 150 clienti tra i principali brand italiani e internazionali della moda e del prêt à porter (Armani, Zegna, Hermes, Dolce Gabbana, Dior). Il gruppo gestisce anche licenze di distribuzione per marchi nazionali e internazionali, con un centro di prototipia interno e due modellisti. Canepa infine gestisce direttamente anche alcuni marchi di proprietà (Fiorio, La Rana, Gallieni e Tino Cosma), in particolare nell’ambito di creazioni di cravatte, sciarpe e abbigliamento mare di capi acqua e fuori acqua.