Condotte ha presentato ieri domanda di concordato in bianco al Tribunale di Roma e varerà a breve un nuovo piano industriale che punti a riequilibrare la situazione finanziaria appesantiva da 461 milioni di euro di debito a breve (su un debito complessivo di 767 milioni) e che preveda l’immissione di capitali freschi e l’allungamento della scadenza media del debito.
L’operazione, studiata dal gruppo di costruzioni insieme all’advisor Rothschild, anticipata nei giorni scorsi da MF Milano Finanza, prevede la creazione in-house di una newco che conterrà le attività core del gruppo e una bad company con i crediti, i contenzioni e i debiti vantati nei confronti delle pubbliche amministrazioni. Alla crisi Condotte è arrivata perché a fronte di un corposo portafoglio ordini esiste un’oggettiva difficoltà di incasso dei crediti vantati nei confronti del pubblico.
Il portafoglio ordini a fine 2017 era infatti salito a 6 miliardi di euro. Oltre al riavvio dei lavori per la stazione Foster e il tunnel della Tav a Firenze, Condotte è impegnata nella costruzione della Città della Salute e della Ricerca sulle aree ex Falck a Sesto San Giovanni, nel nuovo polo bibliotecario e nel nuovo carcere di Bolzano, nel quarto lotto dell’Alta Velocità Milano-Genova e nel primo lotto della Brescia-Verona. Ma anche nel tunnel base del Brennero in Austria, nel ponte Storstrom in Danimarca, nel progetto ferroviario Follo Line in Norvegia, nell’ospedale di Chillan in Cile, nell’adeguamento dell’aeroporto internazionale di Aimé Cesaire in Martinica e nel nuovo ospedale di Skopje.