Icon Infrastructure, tramite il suo ultimo fondo Icon Infrastructure Partners IV, ha comprato il controllo di Eco Eridania spa, società di Arenzano (Genova) specializzata in raccolta, trasporto, stoccaggio, trattamento e smaltimento di rifiuti speciali, che ha chiuso il 2017 con ricavi per circa 145 milioni di euro. A vendere sono stati il fondo Xenon Private Equity V e Roccaforte srl, la holding che fa capo alla famiglia del fondatore e amministratore delegato di Eco Eridania, Andrea Giustini (scarica qui il comunicato stampa).
Icon è stato assistito nell’operazione dallo Studio legale Pavia e Ansaldo, mentre Roccaforte è stata supportata dallo Studio Rossi Finamore Delli Ponti Gandolfo di Genova e da SCP Studio Legale di Roma. Xenon è stata infine assistita da Pavia e Ansaldo.
Per Eco Eridania, parte della community di Elite di Borsa Italiana, si tratta del terzo giro con i fondi di private equity dopo il Fondo Italiano d’Investimento che aveva investito nel 2011 e poi ceduto la sua quota nel 2014 appunto a Xenon, che a quel tempo era già diventato azionista di Eco Eridania, dopo aver convertito dei bond convertibili. Da allora Eco Eridania ha condotto un’importante campagna di acquisizioni finanziata con l’emissione di bond sottoscritti in private placement da fondi specializzati.
Il Fondo Italiano era entrato nel capitale di Eco Eridania a fine settembre 2011, acquisendo una quota del 38,77% in aumento di capitale per 10 milioni di euro. Nel dicembre 2012, il Fondo aveva a poi sottoscritto un prestito obbligazionario convertibile non fruttifero da 1,44 milioni e contestualmente, il fondo Xenon aveva sottoscritto due prestiti obbligazionari convertibili per ulteriori 10,86 milioni, apportando così complessivamente in azienda 12,3 milioni, funzionali, tra l’altro, all’acquisizione della società Team Ambiente spa.
A inizio marzo 2013 entrambi i fondi hanno poi convertito in azioni i rispettivi prestiti obbligazionari e a stretto giro hanno sottoscritto un aumento di capitale per un totale di 3,3 milioni, di cui 860 mila euro il Fondo italiano e 2,44 milioni Xenon. Quest’ultimo contestualmente aveva sottoscritto anche un nuovo prestito convertibile da 2,2 milioni. Queste operazioni hanno finanziato, tra l’altro, l’acquisizione di Paderno Energia srl, proprietaria di un impianto di termovalorizzazione per lo smaltimento di rifiuti speciali; del ramo d’azienda rifiuti speciali di proprietà della Ghi.be.ca Tecnoplus srl; e dell’azienda Elettrochimica Carrara srl attiva nello stesso settore di attività di Eco Eridania. Eco Eridania si è così trasformata da operatore locale attivo principalmente in Liguria e in Sardegna, con fatturato di circa 15 milioni e 100 dipendenti nel 2011, nel principale player del Centro-Nord Italia, con un fatturato pressoché quintuplicato, pari a oltre 70 milioni.I due fondi sono intervenuti quindi per un importo complessivo di circa 26 milioni, con il Fondo Italiano che aveva investito in totale 12,3 milioni pari al 32,16% del capitale sociale a fine 2013. A giugno 2014, poi, Xenon ha rilevato la quota del Fondo Italiano ed è arrivato a controllare poco meno del 50% del capitale di Eco Eridania (si veda altro articolo di BeBeez).
Nel dicembre 2014 Eco Eridania ha poi emesso un minibond da 10 milioni di euro che è stato interamente sottoscritto dal fondo Muzinich Italian Private Debt per consentire di sostenere il piano di sviluppo dell’azienda genovese, che prevedeva sia investimenti funzionali alla crescita organica, sia acquisizioni di aziende del settore (si veda altro articolo di BeBeez).
Nel novembre 2015 la società aveva poi comprato Eco Mistral srl, a sua volta specializzata nella raccolta, trasporto e smaltimento di rifiuti di origine sanitaria e industriali. Anche in quel caso l’operazione era stata supportata con un’emissione di bond, per un controvalore non precisato, che era stata tutta sottoscritta dal fondo di Muzinich.
Infine, nel novembre 2016, Eco Eridania, ha collocato in private placement le prime due tranche di un bond da 82,5 milioni di euro che sono state interamente sottoscritte dai fondi Muzinich European Private Debt e Pemberton Emmdf I Holdings e Pemberton Debt Holdings I, mentre contestualmente gli azionisti avevano sottoscritto un aumento di capitale da 20 milioni. Il tutto per supportare l’acquisizione di Mengozzi, società di Forlì specializzata nello smaltimento dei rifiuti sanitari. Il bond era in tre tranche e la terza ed ultima tranche del bond, per circa 20 milioni, doveva essere erogata nel primo semestre del 2017, ma di questo non c’è stata evidenza pubblica.