Unigrains, storica holding di investimento francese specializzata nella filiera agroalimentare, sbarca ufficialmente in Italia, con un fondo di diritto di italiano e un team dedicato. A spiegare l’iniziativa a MF Milano Finanza sono stati Jean-François Laurain, ceo di Unigrains Group, e Francesco Orazi, investment director del nuovo fondo, battezzato Fondo Agroalimentare Italiano.
Orazi è a capo di un team già rodato, perché tutto proveniente da Idia CA Agro-Alimentare spa, controllato dal gruppo Crédit Agricole, che era stato il primo il veicolo di investimento italiano dedicato esclusivamente all’agroalimentare e che poi è stato liquidato a seguito di modificati focus di interesse da parte della banca transalpina. Il team di Idia aveva investito a suo tempo in Mutti, Polenghi, Garbuio e Bakery.
Credit Agricole è peraltro azionista storico di Unigrains, così come Natixis. Bnp Paribas e SocGen, mentre il controllo è in mano alle associazioni francesi di produttori di cereali AGPB e AGPM. “Unigrains, fondato nel 1963, nella sua attività ha accompagnato più di mille imprese e a oggi gestisce un portafoglio di oltre 150 partecipazioni”, ha detto Laurain, sottolineando che “la filiera agroalimentare in Italia è estremamente interessante e molto frammentata, per cui ci sono molte opportunità interessanti da cogliere, ma è un mercato dove bisogna essere presenti fisicamente con un team dedicato”.
Unigrains possiede due società di gestione di fondi (Unigrains Developpement e Cerea Partenaire), ciascuna con una sua focalizzazione caratteristica. Unigrains è specializzata in minoranze, mentre Cerea fa buyout, mezzanine finance e private debt (a gennaio ha chiuso il primo investimento italiano in Monviso, coinvolgendo sia il fondo di buyout sia quello di mezzanino, si veda altro articolo di BeBeez). E c’è infine Messis Finances, società di advisory m&a.
“Per partire formalmente con il veicolo italiano bisognava aspettare i tempi tecnici della strutturazione del fondo di diritto italiano che fa capo alla società di gestione francese Unigrains Developpement. Ma nel frattempo c’erano opportunità da cogliere sul mercato e quindi abbiamo proposto a Unigrains di investire direttamente con il proprio bilancio”, ha detto Orazi. E’ stato così che Unigrains ha condotto in Italia i suoi primi due investimenti: il primo nel 2016 in Trasporti Romagna, nel quadro di un’operazione di ricambio generazionale, con presenza nel settore trasporti e logistica dedicati all’agroalimentare, con un fatturato superiore a 125 milioni di euro; e il secondo nel 2017 in Sfoglia Torino, nel quadro di un’operazione di consolidamento settoriale di tre realtà concorrenti al fine di creare il leader del mercato italiano nel settore degli snack e pasta sfoglia surgelata, con oltre 27 milioni di fatturato.
“Ora che il fondo è pronto, questi primi due investimenti saranno apportati al nuovo veicolo al prezzo di acquisto più il costo finanziario della provvista”, ha spiegato Orazi, che ha aggiunto: “Per quei primi due investimenti sono stati impegnati 10 milioni, mentre per un terzo investimento che annunceremo a brevissimo, ne impegneremo altri 6, il che significa che il fondo parte che è già investito per il 40% di quanto raccolto sinora”.
Il fondo, che ha target finale di raccolta 50-70 milioni di euro, ha infatti annunciato ieri il suo primo closing a 40 milioni di euro, di cui 25 milioni sottoscritti dalla stessa Unigrains e il resto da family office italiani, svizzeri e francesi, sarà dedicato a investimenti di minoranza in pmi italiane con fatturato compreso tra i 10 e i 150 milioni di euro, al fianco degli imprenditori oppure di maggioranza, in coinvestimento con fondi di buyout, ma sempre con gli imprenditori che rimarranno nel capitale. “In realtà la potenza di fuoco del fondo sarà circa doppia, perché i family office esteri che hanno sottoscritto il fondo sono tutti potenziali coinvestitori, che ci hanno chiesto di coinvolgerli volta per volta”, ha concluso Orazi.