Rappresentano circa il 12,72% del capitale della Spac Space4 i soci che hanno esercitato il diritto di recesso rispetto all’operazione di business combination, prospettata lo scorso aprile con Guala Closures, il gruppo leader mondiale nella produzione di chiusure di sicurezza per liquori, vino, olio e aceto, acqua e bevande e prodotti farmaceutici (si veda altro articolo di BeBeez).
Lo ha annunciato ieri la stessa Spac promossa da Sergio Erede, Gianni Mion, Roberto Italia, Carlo Pagliani e Edoardo Subert, riuniti in Space Holding srl, sottolineando che quella percentuale è costituita da circa 6,4 milioni di azioni ordinarie, che corrispondono a un controvalore complessivo di 63 milioni a fronte di un valore di liquidazione per azione pari a 9,903 euro (scarica qui il comunicato stampa).
La percentuale di recesso è inferiore al 33% meno un’azione delle azioni ordinarie di Space4, per cui la business combination si farà e che a Guala Closures verranno comunque apportati nuovi capitali per almeno 130 milioni di euro.
Questo perché, come noto, a esito del periodo di offerta in opzione, i fondi Peninsula Capital II sarl e Quaestio Italian Growth si sono impegnati ad acquistare un massimo di 1,5 milioni di azioni ordinarie provenienti dal recesso, per un controvalore di 15 milioni, riducendo al 9,69% il massimo capitale sociale di Space4 oggetto di riacquisto da parte della società a seguito del recesso. Questa percentuale a sua volta potrà essere ulteriormente ridotta dall’eventuale esercizio dell’opzione di acquisto di azioni ordinarie da parte degli attuali soci di Space4.
L’ammontare di nuovi capitali apportati a Guala Closures ad esito della business combination sarà quindi pari ad almeno 130 milioni, includendo quanto già previsto dagli accordi di back stop con Peninsula Capital e Quaestio e al lordo di spese e commissioni. Tale ammontare potrà essere ulteriormente incrementato dalle risorse derivanti dalle potenziali adesioni all’offerta in opzione delle azioni oggetto di recesso.
Il gruppo, nel caso di totale adesione al progetto da parte degli azionisti di Space4, sarebbe stato invece dotato di risorse fresche per poco meno di 180 milioni, che gli avrebbero permesso di abbattere il debito finanziario netto del gruppo a 3 volte l’ebitda medio previsto del 2018 (tra 115 e 121 milioni) dalle 5 volte l’ebitda del 2017 e metterlo in condizioni di continuare la sua politica di acquisizioni e di crescita internazionale.
Nel caso invece di massimo esercizio del diritto di recesso, tenuto conto dell’impegno di Peninsula e di Quaestio, le risorse finanziarie fresche che sarebbero state iniettate in Guala si sarebbero limitate a soli 33 milioni di euro, con un rapporto tra debito finanziario netto ed ebitda a quota 4,2 volte.
Guala Closures, fondata nel 1954, oggi opera in 5 continenti con 27 insediamenti produttivi e una struttura commerciale presente in oltre 100 paesi. Il gruppo ha chiuso il 2017 con 534,8 milioni di euro di ricavi, un ebitda rettificato di 110,6 milioni e un debito finanziario netto di 552,5 milioni di euro (si veda qui la presentazione agli investitori dei risultati 2017), che comprende anche i 510 milioni di euro di bond quotati all’Extra Mot Pro di Borsa Italiana nel novembre 2016.
Il gruppo ha chiuso invece il primo trimestre 2018 con 122,6 milioni di ricavi, 20,26 milioni di ebitda rettificato e un debito finanziario netto di 572 milioni (si vedano qui i risultati trimestrali di GCL Holding).