La blockchain è sbarcata anche sul mercato obbligazionario. Lo scorso autunno, infatti, è stato emesso il primo bond denominato in criptovaluta, con un processo di emissione, liquidazione e regolamento condotto esclusivamente in ambiente blockchain. Mentre lo scorso marzo è stata la volta del primo bond strutturato in sterline e regolato totalmente su blockchain.
In entrambi i casi la piattaforma tecnologica utilizzata è stata quella Nivaura, una startup fintech britannica partecipata dallo studio legale internazionale Allen&Overy che si è avvalsa del servizio cloud – based Azure, sviluppato da Microsoft, per promuovere l’emissione e l’amministrazione di strumenti finanziari da parte di emittenti di piccole e medie dimensioni a costi significativamente inferiori rispetto ai canali correnti (si veda qui il comunicato stampa).
Nel primo caso LuxDeco, un rivenditore online di mobili di lusso e accessori per la casa, ha emesso titoli denominati in Ethereum che sono stati strutturati ed emessi attraverso la piattaforma blockchain – based Nivaura che calcolerà via via il totale degli interessi da pagare e curerà le fasi del rimborso del capitale in modo automatizzato. La transazione si è svolta all’interno di Fuse, uno spazio di innovazione tecnologica con sede negli uffici londinesi di Allen & Overy, e ha utilizzato la sandbox normativa della Financial Conduct Authority, che consente alle aziende di testare prodotti innovativi, servizi, modelli di business e meccanismi di consegna nel mercato reale, con veri consumatori (scarica qui il comunicato stampa e il Case study di approfondimento pubblicato da IFLR.com).
Il ceo di LuxDeco, Jonathan Holmes, ha dichiarato: “Siamo una pmi in rapida crescita con una base clienti globale. In alcune giurisdizioni i nostri clienti ci hanno espresso il loro chiaro interesse a pagare in bitcoin oppure in Ethereum. Abbiamo condotto la nostra prima emissione di bond a breve termine in sterline utilizzando la piattaforma di Nivaura per finanziare il magazzino e quindi anche un test per un bond in criptovaluta aveva senso. Se iniziamo ad accettare pagamenti in criptovaluta, infatti, è ragionevole che si finisca per finanziare il capitale circolante con lo stesso mezzo”.
La seconda emissione, quella dello scorso marzo, ha riguardato invece un’obbligazione strutturata in sterline indicizzata al Ftse 100 e a capitale protetto, che è stata registrata, regolata e liquidata sulla blockchain pubblica Ethereum. Strutturata da Marex Solutions, in partnership con Chartered Opus, la nota ha utilizzato la piattaforma multi-emittente ResonanceX sviluppata e connessa alla blockchain da Nivaura. Anche in questo caso, come in quello del bond di LuxDeco, la transazione si è svolta all’interno dello spazio di innovazione Fuse di Allen & Overy, con lo studio che è stato l’advisor legale per la preparazione della documentazione del bond, ed è stata utilizzata la sandbox normativa della FCA (scarica qui il comunicato stampa).
Insomma i primi test hanno avuto successo e infatti ora al lavoro nel mondo ci sono vari studi legali che stanno studiando soluzioni simili da proporre ai loro clienti. In particolare, in Italia è molto avanti lo studio Gattai Minoli Agostinelli. Emanuela Campari, partner dello studio, interverrà proprio su questo tema al Blockchain Business Case Forum organizzato da Community NdT, che si terrà mercoledì 27 giugno a Milano (e di cui BeBeez è media partner), per spiegare come la blockchain e gli smart contract possono semplificare la vita a emittenti e investitori.
Nella sostanza, ha anticipato Campari a BeBeez, “si tratta di immaginare un mondo in cui i titoli si gestiscono da soli. Con la collaborazione degli advisor delle varie controparti della transazione, infatti, la blockchain può costituire un’innovativa infrastruttura tecnologica mediante la quale mettere in comunicazione gli smart contract che automatizzano l’intero ciclo di vita di uno strumento finanziario, inclusa la fase di pagamento delle cedole a ogni singolo investitore, a ogni data prefissata. Ciò significa che l’emittente può direttamente e automaticamente pagare gli interessi e rimborsare il capitale agli investitori in linea con quanto stabilito dal codice inserito nello smart contract, che evidentemente è stato scritto sulla base dei contenuti del regolamento del bond, preventivamente redatto dai legali”.
La blockchain funziona come un registro autonomo sul quale nessuna parte ha controllo diretto e che in ogni momento è sempre in grado di mostrare in modo inequivocabile chi è il possessore dei titoli e quale è stato il flusso dei pagamenti durante la vita dei titoli. Per facilitare il passaggio dei flussi di cassa sulla blockchain, poi, l’emittente crea una cosiddetta “fiat collateralized stablecoin”, ossia dei token emessi con valore garantito 1 a 1 rispetto a valuta reale (fiat), preventivamente depositata su un conto bancario tradizionale. Al momento della conclusione dell’operazione, la criptovaluta in mano a ciascuna controparte viene cancellata e a ogni controparte viene riassegnato il corrispondente valore in euro.
L’avvocato Campari ha altresì aggiunto che “la blockchain può avere applicazioni molto interessanti anche sul fronte dell’organizzazione di assemblee degli azionisti, facilitando il lavoro delle agenzie di proxy e potendo ovviamente automatizzare anche il calcolo e il pagamento dei dividendi”. Insomma, le potenziali applicazioni della blockchain ai vari aspetti della finanza sono innumerevoli (si veda altro articolo di BeBeez su blockchain ed export finance).