Il Consiglio di amministrazione di Cerved, il gruppo specializzato in business information e credit management quotato a Piazza Affari, ha indicato come prossimo ceo Andrea Mignanelli, dopo le dimissioni a sorpresa di Marco Nespolo lo scorso ottobre e la sua sostituzione in corsa con Gianandrea de Bernardis (si veda il comunicato stampa). Nespolo ha lasciato il gruppo per andare a guidare con il ruolo di ceo la cartiera Fedrigoni, controllata da fine 2017 da Bain Capital (si veda altro articolo di BeBeez).
Quest’ultimo era stato a sua volta ad di Cerved dal 2009 al 2016 e ha guidato il gruppo sia quando era sotto il controllo dei fondi Bain Capital e Clessidra sia quando è passato sotto il controllo di CVC Capital Partners e infine per il primo periodo nel quale il gruppo è stato quotato in Borsa. La nomina dovrebbe essere ufficializzata all’assemblea del prossimo 16 aprile.
Mignanelli dal 2011 ricopre la carica di ad di Cerved Credit Management Group, di cui è anche socio con una partecipazione del 3,21% e ha contribuito in maniera rilevante all’evoluzione e alla crescita del Gruppo Cerved. Il gruppo ha infatti chiuso il 2018 con ricavi consolidati in crescita del 16,1% a 458,1 milioni di euro dai 394,4 milioni del 2017, soprattutto grazie al contributo della divisione Credit Management che da sola è cresciuta del 58,2% a 149,3 milioni (si veda altro articolo di BeBeez), in parte per crescita organica del business, ma in parte grazie alle partnership industriali di natura straordinaria per la gestione dei crediti in sofferenza con Banca Popolare di Bari (si veda altro articolo di BeBeez) e Banca Mps (si veda altro articolo di BeBeez).
Cerved ha appena incassato il dietrofront di Advent International sull’annunciata opa. Advent aveva messo sul piatto 1,8-1,85 miliardi di euro per l’equity della società, per una valutazione di circa 2,3 miliardi di euro debito compreso, ma l’aumento del prezzo del titolo conseguenza dei rumor che si erano diffusi sul mercato avrebbe dovuto spingere Advent a pagare molto di più perché l’opa riuscisse, così il fondo l’11 marzo scorso si è ritirato dall’operazione, causando un crollo delle quotazioni (si veda altro articolo di BeBeez). I rumor di mercato danno a questo punto possibili le avance da parte di altri fondi di private equity. Si parla per esempio di Pai e Blackstone. E infatti le quotazioni dai minimi di lunedì 11 marzo a 8,43 euro ha chiuso venerdì 15 marzo a 8,98 euro, per una capitalizzazione di mercato di 1,73 miliardi.