Persone capaci e collimazione degli interessi. Sono queste le due lezioni fondamentali che ha appreso Gianfilippo Cuneo, presidente del Comitato investimenti di Boutique Italia spa, investitore di private equity della prima ora in Italia e fondatore di Synergo sgr. Tra le sue operazioni più famose, ricordiamo l’acquisizione, lo sviluppo e la vendita di Panini, Seat e Lottomatica.
Cuneo è intervenuto ieri sera in Borsa Italiana nel corso della presentazione di Boutique Italia spa, holding di investimento con focus sulle piccole e medie imprese italiane che puntano a sbarcare sul mercato Aim Italia, appena lanciata da OreFin e Method (si veda altro articolo di BeBeez).
Cuneo ha ricordato che dal 1980 a oggi ha effettuato circa 70 operazioni di investimento in private equity direttamente, con capitali suoi e della sua famiglia, o indirettamente, tramite fondi. Una ventina di queste sono finite male, ma i soldi persi sono stati compensati dalle operazioni andate bene. Anche tante operazioni non andate in porto poi si sono rivelate i migliori affari che ha fatto, ha detto scherzando Cuneo. Da queste esperienze, ha tratto un paio di lezioni.
“Quando si mettono soldi dietro a persone non capaci, il più delle volte le operazioni vanno male”, ha spiegato Cuneo. E’ una ovvietà, ma è fondamentale. “Bisogna dimenticarsi il business plan, che per definizione va sempre bene ed è sempre positivo. I business plan devono essere validati non in funzione di ciò che dice azienda, ma in funzione delle interviste a concorrenti, clienti, fornitori, ex dipendenti sulla qualità del management team, valutato anche in base al suo track record”, ha detto Cuneo, che ha aggiunto che l’altra lezione molto importante è la collimazione degli interessi:“Un investitore professionale deve parlare con il management e capire se ha la volontà effettiva di far guadagnare investitore, da osservare nel tempo, in periodi di crisi e prosperità”. Sempre tenendo presente che l’imprenditore con una sola azienda ha una minore propensione al rischio rispetto a un investitore professionale con varie aziende in portafoglio. Bisogna inoltre valutare se la governance dell’azienda è adeguata: i consiglieri indipendenti per essere veramente tali non devono essere nominati dai proprietari dell’azienda, per esempio.
Per Cuneo, l’Italia è il paese migliore per investire in pmi: sono molto numerose e gli imprenditori sono di qualità, più che all’estero. La difficoltà, ieri come oggi, sta sempre nella selezione delle migliori in cui investire. Proprio quello che Cuneo si propone i fare in Boutique Italia.
Come anticipato da MF Milano Finanza e BeBeez, fra gli azionisti della nuova società di investimento ci sono anche famiglie imprenditoriali del Nord Italia e investitori istituzionali quali Banca Patrimoni Sella, ma la raccolta degli investitori è ancora in corso. A regime Boutique Italia potrà contare su circa 40 milioni di euro di risorse da investire, di cui la metà di mezzi propri e un’altra metà di debito.
Ieri l’amministratore delegato Roberto Gatti ha spiegato che Boutique Italia punta ad acquistare quote di minoranza nelle pmi appartenenti a settori trainanti dell’economia italiana, quindi alimentare, moda e meccanica, sebbene sia comunque aperta a considerare opportunità anche in altri settori. L’obiettivo è portare queste società in quotazione all’Aim Italia nel giro di un massimo di tre anni, apportando capitali, competenze e network.
Alla presentazione di ieri a Palazzo Mezzanotte, nella sede di Borsa Italiana. hanno partecipato anche Luca Peyrano, ceo di Elite, la società che ha organizzato la community Elite di pmi italiane e internazionali che vogliono organizzarsi per preparasi all’incontro con gli investitori o alla quotazione, e Anna Lambiase, ceo di IR Top, che affiancherà le aziende del portafoglio di Boutique Italia nella comunicazione e nel rapporto con gli investitori.