Utego, la startup che ha lanciato una piattaforma che aggrega tutti i conti correnti e servizi in un’unica vista, per permettere all’utente di accedere con un unico passaggio a tutte le sue posizioni visualizzandone i movimenti, ha incassato il via libera di Invitalia all’erogazione di 540 mila euro nell’ambito del bando Smart&Start.
Il finanziamento si aggiungerà ai capitali raccolti da Utego nella campagna di crowdfunding sul portale 200Crowd, che si chiuderà a fine mese, ma che già a oggi ha registrato adesioni per oltre 460 mila euro su un target minimo di 120 mila e punta quindi al massimo di 500 mila euro, pari al 20% del capitale post-money.
Fondata nel 2018 da Stefano Musso (ceo) e Paolo Patruno che oggi controllano pariteticamente l 44% del capitale, insieme ad altri soci, tra i quali anche Emanuele Preve (azionista con i suoi fratelli della Riso Gallo spa e ceo di Riso Gallo International sa), è il primo vero aggregatore italiano che sfrutterà le opportunità offerte dalla direttiva Ue sui pagamenti PSD2, che prevede la regolamentazione delle nuove figure di prestatori di servizi di disposizione di ordine di pagamento e di prestatori di servizi di informazione sui conti (si veda altro articolo di BeBeez). Non a caso nell’advisory board di Utego siedono, oltre allo stesso Preve, anche Maurizio Pimpinella, presidente dell’Associazione Italiana Prestatori Servizi di Pagamento.
L’idea, ha spiegato Musso a BeBeez, è quella di “offrire una app sempre gratuita, tramite la quale l’utente può accedere e visionare tutti i propri conti e carte, ma anche accedere a un marketplace dove acquistare tutta una serie di prodotti finanziari e di utenze, grazie ad accordi che abbiamo già stretto con Experian, Unione Nazionale dei Consumatori, FlashBeing e Osservatorio Finanziario”. Non solo. La novità interessante, ha aggiunto Musso, “è che stiamo lavorando anche alla creazione di gruppi di acquisto relativi a offerte, servizi e condizioni speciali attraverso il meccanismo dell’asta tra gli intermediari interessati. E’ diverso avere mille euro da investire oppure averne un milione. Il nostro obiettivo è creare di volta in volta una massa critica di risparmio da investire a fronte della quale gli intermediari saranno disposti a offrire condizioni migliori di quelle che offrirebbero a fronte di piccole somme. Stiamo stringendo accordi con le banche da un lato e pianificando dall’altro investimenti in marketing per acquisire utenti potenziali clienti dei nostri servizi”. E infine, ancora, “stiamo discutendo un accordo con un istituto di pagamento per poter permettere ai nostri utenti di scambiarsi denaro”, ha aggiunto Musso.
Già perché il costo di acquisizione di ogni singolo utente è stimato in 25 euro, il che significa che, visto che il piano industriale prevede il raggiungimento di quota 300 mila utenti attivi a 5 anni, sarà necessario un investimento complessivo di svariati milioni, che inizierà ad autofinanziarsi a partire dal terzo anno. E’ necessario quindi trovare le risorse iniziali. Parte di queste arrivano dall’attuale round di crowdfunding e dal finanziamento di Invitalia, ma ovviamente non bastano e per questo Musso sta già pensando al prossimo round, indicativamente da un paio di milioni, da raccogliere questa volta presso investitori più strutturati. “Stiamo già parlando con due potenziali controparti, ma è davvero troppo presto ora per dire qualcosa”, ha precisato Musso.