Sono tre le offerte vincolanti per rilevare per intero il capitale della maison Roberto Cavalli, giunte come atteso venerdì 14 giugno presso lo studio notarile Marchetti (si veda altro articolo di BeBeez): quella della OTB di Renzo Rosso,l icenziataria del marchio Just Cavalli fin dal 2011; quella dell’investitore di private equity statunitense Bluestar Alliance, specializzato in brand di lusso; e quella del gruppo immobiliare di Dubai, Damac, che già lo scorso anno aveva annunciato la sigla di un progetto di sviluppo comune per una serie di hotel di lusso a brand Cavalli.
Ad annunciarlo è stata la stessa maison in una nota diramata nella serata di venerdì scorso, in cui non sono però stati specificati i nomi degli interessati. Nel comunicato si fa riferimento appunto a tre offerte vincolanti per il 100% del capitale dell’azienda, cui se ne aggiungono un’altra (sempre vincolante) per l’acquisto di asset della società e un’ultima manifestazione di interesse non vincolante.
Secondo Il Sole 24 Ore, l’offerta vincolante per acquisto di asset della società è stata messa sul tavolo dall’americana Infinity Lifestyle Brands, la piattaforma di gestione dei prodotti di consumo e dei marchi di Infinity Group, specializzata nell’acquisizione e nel riposizionamento di marchi di consumo. Tra i suoi marchi di proprietà rientrano Yankees Global Enterprise, Bugle Boy, Altec Lansing Starter Athletic, XOXOXO, Pillowtex Mills Corporation. Mentre la manifestazione d’interesse non vincolante sarebbe arrivata da Philipp Plein, la casa di moda fondata dall’omonimo stilista tedesco, che tempo fa aveva studiato il dossier in cordata con il fondo londinese Blue Skye (si veda altro articolo di BeBeez), che però non avrebbe presentato un’offerta binding.
Non avrebbero invece presentato un’offerta, sebbene abbiano partecipato alla due diligence, Apeiron Management spa, la società di advisory che ha un contratto di esclusiva per gestire la piattaforma italiana di investimento Apollo Delos, lanciata nella primavera del 2018 da Apollo Global Management, con focus su aziende corporate italiane in tensione finanziaria o in default (si veda altro articolo di BeBeez); e il fondo di private equity statunitense Manna Capital Advisors, di cui è partner anche l’italiano Simone Alfredo Garofalo (ex ICONIQ Capital, BERS, Deutsche Bank e Citibank).
Come si legge nel comunicato, nei prossimi giorni (probabilmente già mercoledì 19 giugno nel corso di un consiglio di amministrazione della società) le offerte saranno oggetto di un’attenta analisi anche nel contesto della procedura avviata per la presentazione di un piano di concordato in continuità aziendale oppure di un ricorso per l’omologazione di accordi di ristrutturazione.
Roberto Cavalli è stata ammessa alla procedura di concordato in bianco lo scorso aprile, con il Tribunale di Milano che ha concesso 120 giorni di tempo, fino al prossimo 3 agosto, per presentare una proposta definitiva di concordato preventivo o per la domanda di omologa di accordi di ristrutturazione dei debiti ex art. 182-bis. Intanto la griffe dovrà continuare a condurre interventi per uscire dalla crisi e tornare appetibile per un’acquisizione. Il primo di questi è stata la chiusura delle attività americane (si veda altro articolo di BeBeez), ma poi toccherà al taglio delle consulenze esterne per marketing, comunicazione e stile.
Il Tribunale avrebbe chiesto esplicitamente che il piano presentato preveda un’altissima percentuale di soddisfacimento dei creditori. Il totale del debito da coprire a oggi è di 105 milioni di euro, di cui circa 47 milioni verso le banche e il resto verso fornitori e altri creditori. Roberto Cavalli aveva chiuso il 2017 con ricavi in leggero calo a 152,4 milioni di euro (dai 155,2 milioni del 2016) e un ebitda negativo per 7,1 milioni, ma in netto miglioramento rispetto ai -26,2 milioni del 2016, e con una perdita netta in calo a 33,6 milioni (da 55,2 milioni). Il 2018 si dice abbia chiuso con un aumento dei ricavi a oltre 160 milioni, ma il risultato operativo sarebbe stato negativo per 35 milioni (dai -45 milioni del 2017). L’information memorandum fatto circolare dall’advisor Rothschild per la vendita della griffe ipotizza per il 2019 una leggera contrazione del fatturato, a 155 milioni di euro, un margine operativo lordo negativo per 20 milioni e soprattutto un risultato operativo di nuovo in peggioramento a -45 milioni. A fine 2018 il debito bancario del gruppo era di circa 35 milioni.
La maison è controllata da Clessidra sgr dal 2015, affiancata con quote di minoranza dal fondo L-GAM e dalla cinese Chow Tai Fook Entreprises Ltd, una holding con sede a Hong Kong controllata dalla famiglia Cheng (si veda altro articolo di BeBeez). L’operazione era stata condotta allora sulla base di una valutazione di 380-390 milioni di euro, per un multiplo di circa 16 volte l’ebitda del 2014, che era stato di circa 23 milioni, a fronte di ricavi per 210 milioni. Successivamente i fondi hanno ricapitalizzato la società per un totale si dice di altri 15 milioni.