Il fondo sovrano del Qatar, Qatar Investment Authority (QIA), vorrebbe rilevare il controllo del Milan. Lo riferisce l’agenzia di stampa Adnkronos, precisando che giovedì scorso 4 luglio a Milano i rappresentanti del fondo Elliott, attuale proprietario del Milan, avrebbero incontrato un’alta personalità dell’emirato, in rappresentanza appunto di QIA.
Secondo Adnkronos, il possibile acquisto del Milan da parte del Qatar non sarebbe infatti gestito da Nasser Al-Khelaïfi, membro del consiglio di amministrazione di QIA e presidente di Qatar Sports Investment, che fa capo a QIA, e del Paris Saint-Germain (acquisito da QIA nel 2012), bensì da un personaggio ancora più vicino all’emiro Al-Thani. Si parla di un’offerta da 700-800 milioni di euro per la squadra rossonera, che sarebbe però già stata rifiutata da Elliott (si veda qui La Repubblica)
Si era già parlato nei mesi scorsi di contatti tra il Qatar e il Milan, ma Elliott aveva precisato di avere un progetto a lungo termine per la squadra. Nel caso in cui la trattativa andasse in porto, per il Milan sarebbe il terzo cambio di proprietà nel giro di pochi anni.
Il Milan infatti nel luglio 2018 è passato al fondo Elliott, a seguito del mancato rimborso del prestito da 32 milioni che il finanziere cinese Yonghong Li, precedente proprietario del Milan, si era impegnato a sottoscrivere (si veda altro articolo di BeBeez). Elliott nel luglio 2018 aveva formalmente richiesto e ottenuto l’escussione del pegno sulla lussemburghese Rossoneri Sport Investment e quindi a cascata sul Milan (si veda altro articolo di BeBeez).
Il Qatar aveva già valutato in precedenza l’acquisto della Roma, ma la trattativa è stata affossata dalle difficoltà legate alla costruzione dello stadio della città e dal secco no alla vendita da parte di James Pallotta, attuale proprietario della squadra. Si dice che nella prima metà di aprile Qatar Sport Investments abbia messo sul piatto 550 milioni di euro, ma che Pallotta volesse un miliardo. Secondo quanto riferito da Adnkronos, ora l’interesse del Qatar sarebbe definitivamente sfumato, anche perché a Doha non avrebbero per niente preso bene l’emersione delle conversazioni secondo cui l’ex premier Matteo Renzi avrebbe fatto da emissario nell’emirato per l’acquisto della Roma (si veda qui Dagospia).
Ma non è tutto. Secondo Dagospia, il presidente della Juventus Andrea Agnelli starebbe cercando capitali freschi in Qatar per cercare di ripianare i 500 milioni di euro di debito accumulati per l’aumento dei costi dovuto all’acquisto di Cristiano Ronaldo e dei ricavi non saliti abbastanza, complice la prematura uscita della squadra dalla Champions League. John Elkann, presidente di Exor che detiene il 63,77% delle quote societarie dei bianconeri, non avrebbe però intenzione di mettere mano al portafoglio per riequilibrare la situazione finanziaria. La famiglia Agnelli non vorrebbero però rinunciare al controllo della società, sacrificio invece chiesto dagli Al Thani.
Peraltro il Qatar era stato più volte tirato in ballo anche nella trattativa per la cessione della Fiorentina. Ma alla fine l’ha spuntata il magnate italo americano Rocco Commisso.
Oltre a quello del Qatar, vi sono altri fondi interessati alle squadre di calcio italiane. Nel maggio scorso Enrico Preziosi ha ufficialmente messo in vendita il Genoa Calcio, anche in seguito alla protesta di una parte del pubblico genoano che ha messo in atto uno sciopero del tifo non entrando allo stadio, in aperto contrasto con Preziosi. La goccia che ha fatto traboccare il vaso si dice sia stata la cessione a gennaio del bomber Piatek, passato al Milan per 34 milioni di euro. Da allora il Genoa è sceso in classifica, tanto da rischiare la retrocessione in Serie B. A oggi non si sanno i nomi dei potenziali investitori nel Genoa. Preziosi ha rivelato lo scorso maggio che gli advisor di Assietta “stanno vagliando due o tre manifestazioni di interesse e vedremo se si troverà quella giusta” (si veda altro articolo di BeBeez).
Sul dossier della Sampdoria si stanno sfidando l’hedge fund statunitense York Capital Management, affiancato indirettamente da Gianluca Vialli, e assistito sul piano finanziario per la due diligence da EY; mentre dall’altro lato c’è la britannica Ufp Aquilor Capital, con un’offerta da 120 milioni di euro per conto di investitori sauditi (si veda altro articolo di BeBeez). Ma il presidente Massimo Ferrero ha ribadito che la Sampdoria vale almeno 160 milioni di euro e che, per il momento, le offerte ricevute dai potenziali acquirenti sono di molto inferiori. A quelle cifre, ha puntualizzato, la cessione non potrà mai avvenire. Per questo motivo è atteso un rilancio da parte di Aquilor in questi giorni (si veda qui SampNews).
Il fondatore di York Capital, Jamie Dinan, non è nuovo a investimenti nello sport. In particolare nel luglio 2014 ha investito nei Milwaukee Bucks, squadra dell’NBA, insieme a Marc Lasry (quello del fondo Avenue Capital di cui si è detto sopra) e Wesley Robert Edens, fondatore di Fortress.
York Capital aveva cercato rilevare anche il Palermo Calcio, ma poi l’aveva spuntata Sporting Network, società veicolo che fa capo ad Arkus Network, holding di partecipazione e di investimenti nel turismo guidata da Salvatore Tuttolomondo (si veda altro articolo di BeBeez). Peraltro la situazione del Palermo pare ancora molto a rischio, visto che la Commissione di vigilanza sulle società di calcio (Covisoc) ha escluso il Palermo dal campionato di serie B per l’assenza dei “criteri economico finanziari previsti per l’ottenimento della licenza nazionale ai fini dell’ammissione al campionato di serie B 2019/20”. La Covisoc ha contestato la mancanza della fideiussione, del pagamento degli stipendi ai calciatori e dei debiti sportivi (si veda qui SkySport).
Sempre parlando di fondi, è dello scorso gennaio il passaggio della quota del 31,05% dell’Inter nel portafoglio di Lion Rock. Il fondo di investimento con sede a Hong Kong ha rilevato per 150 milioni la quota di FC Internazionale Milano che dal 2014 era di proprietà dell’indonesiano Erick Thoir, tramite la sua International Sports Capital HK Limited (si veda altro articolo di BeBeez).
Da segnalare, infine, che il Pordenone Calcio ha invece scelto la strada dell’equity crowdfunding per trovare nuovi soci. La squadra ha infatti chiuso lo scorso 19 giugno una campagna sulla piattaforma TheBestEquity, incassando 2,28 milioni di euro. La campagna era stata lanciata lo scorso dicembre con obiettivo 2,2 milioni, pari al 40% del capitale per una valutazione pre-money di 3,3 milioni(si veda altro articolo di BeBeez).
E’ la prima volta che una squadra di calcio cerca capitali con una campagna di equity crowdfunding in Italia. Sinora due altre squadre avevano invece collocato bond con la piattaforma inglese Tifosy: 2,28 milioni il Pescara Calcio e 1,5 milioni il Frosinone Calcio.