Dea Capital spa ha annunciato ieri la firma di una serie di accordi con Quaestio Holding e Quaestio Capital Management sgr che porteranno, da un lato, il gruppo quotato che da capo a Dea Agostini ad acquisire una quota in Quaestio Holding compresa tra il 35 e il 44% e che, dall’altro lato, vedranno Dea Capital Alternative Funds sgr rilevare la gestione dei fondi Atlante e Italian Recovery Fund (si veda il comunicato stampa). Le due operazioni dovrebbero perfezionarsi entro i primi mesi del 2020.
Da tempo gli azionisti di Quaestio avevano dato un mandato all’advisor Colombo & associati per valutare un riassetto complessivo del gruppo e già lo scorso marzo si parlava di trattative con Dea Capital Alternative Funds sgr come controparte per rilevare la gestione dei due fondi dedicati ai distressed asset (si veda altro articolo di BeBeez). Sembra comunque che valutazioni sul futuro dell’sgr siano state accelerate dalla scadenza del mandato del presidente di Fondazione Cariplo e dell’Acri, Giuseppe Guzzetti.
Quaestio Capital sgr è controllata interamente da Quaestio Holding, che a sua volta è oggi controllata al 41,2% da Fondazione Cariplo, da Alessandro Penati e dal management team con una quota complessiva del 27,8% e da per il 31% da altri investitori istituzionali (Cassa Italiana di Previdenza ed Assistenza dei Geometri Liberi Professionisti, Fondazione Cassa di Risparmio di Forlì, Direzione Generale Opere Don Bosco).
Nel dettaglio, il ramo d’azienda che sarà trasferito a Dea Capital Alternative Funds sgr è sostanzialmente costituito dai mandati di gestione dei fondi Atlante e Italian Recovery Fund (nonché Italian Recovery Fund II, in fase di lancio), con asset complessivi pari a circa 2,5 miliardi di euro, oltre al team di gestione e ai contratti afferenti ai suddetti mandati di gestione. L’sgr ha chiuso il 2018 con commissioni di gestione per 36,9 milioni di euro, di cui circa 7 milioni relativi all’attività di NPL Management, e un utile netto pari a 2,9 milioni di euro. Per il ramo d’azienda Dea Capital pagherà 12,2 milioni di euro. Il closing dell’operazione è ovviamente condizionato, tra l’altro, al nullaosta di Banca d’Italia e all’approvazione da parte dell’assemblea dei partecipanti dei fondi Atlante e Italian Recovery Fund circa la nomina di Dea Capital Alternative Funds sgr come nuovo gestore.
Il primo fondo Atlante era stato sottoscritto nella primavera 2016 per un totale di 4,25 miliardi di euro da 67 istituzioni italiane ed estere, che includevano banche, società di assicurazioni, fondazioni bancarie e Cassa Depositi e Prestiti (si veda altro articolo di BeBeez) ed era stato investito nelle due banche venete poi andate in default, il che aveva comportato una pesante svalutazione delle quote. Ma il fondo Atlante aveva investito anche 800 milioni di euro in quote del fondo Atlante II. Quest’ultimo nell’ottobre 2017 era stato ribattezzato appunto Italian Recovery Fund (si veda altro articolo di BeBeez).
L’Italian Recovery Fund è coinvolto in quattro operazioni di cartolarizzazione di crediti per circa 31 miliardi di euro lordi per un investimento complessivo di equity di circa 2,5 miliardi. I crediti in questione sono stati originati da Nuova Banca Marche, Nuova Banca dell’Etruria, Nuova Cassa di Risparmio di Chieti, Nuova Cassa di Risparmio di Ferrara, Cassa di Risparmio di Cesena, Cassa di Risparmio di Rimini e Cassa di Risparmio di San Miniato e Nuova Banca Marche, Nuova Banca dell’Etruria, Nuova Cassa di Risparmio di Chieti, Nuova Cassa di Risparmio di Ferrara, Cassa di Risparmio di Cesena, Cassa di Risparmio di Rimini e Cassa di Risparmio di San Miniato e appunto Banca Mps. In particolare il fondo ha sottoscritto per 805 milioni di euro la tranche mezzanine della cartolarizzazione da 26 miliardi di euro di Mps (si veda altro articolo di BeBeez).
Quanto all’acquisizione della maggioranza relativa di Quaestio Holding. Dea Capital comprerà tutte le quote di Alessandro Penati e altre quote minoritarie. La quota complessiva che Dea Capital potrà acquisire dipenderà dal risultato dell’esercizio o meno di tutti i diritti di prelazione e di co-vendita in capo ai soci di Quaestio Holding. Resta fermo comunque che nessun socio di Quaestio Holding avrà il controllo della società, che Dea Capital arrivi a detenere una partecipazione compresa tra il 35% e il 44% e che Fondazione Cariplo mantenga una partecipazione non inferiore al 24%. L’operazione sarà condotta sulla base di una valutazione dell’intero capitale di Quaestio Holding di 30 milioni di euro (pari cioé alla valorizzazione delle attività di asset management di Quaestio sgr, residue dopo la cessione di quelle relative agli Npl) quindi prevede un esborso massimo per Dea Capital di altri 13,2 milioni, oltre ai 12,2 milioni previsti per il ramo d’azienda di gestione dei fondi di distressed asset.
Nel calcolo non figura una cifra esatta per la valutazione dell’attività di Npl Servicing, ovvero la joint venture Quaestio Cerved Credit Management tra Quaestio Holding (50,1%) e Cerved Group (49,9% ). La nota diffusa da Dea Capital spiega infatti che il corrispettivo sarà definito sulla base dell’effettivo valore di cessione qualora quest’ultima sia perfezionata entro il 31 luglio 2024 oppure sulla base di un valore da definire tra le parti qualora per tale data la cessione non si sia realizzata. La joint venture è proprietaria della piattaforma di gestione di crediti deteriorati Juliet spa, ceduta da Montepaschi contestualmente alla stipula di una partnership industriale per le attività di special servicing su una parte dei titoli della cartolarizzazione di 26,1 miliardi di euro di Npl. Mps a inizio mese ha però deliberato l’esercizio del diritto di recesso dal contratto di servicing decennale stipulato con Juliet spa (si veda altro articolo di BeBeez). Ciò non significa che Juliet e Mps non lavoreranno più insieme. La nota di Mps, infatti, precisava che l’obiettivo è quello di “preservare la relazione commerciale, su basi diverse rispetto a quelle attuali, coniugando la necessaria flessibilità della banca nella gestione delle sue NPE (riacquisita a seguito del recesso) con le specifiche competenze sviluppate da Juliet per la riduzione delle NPE. Nell’ambito dell’accordo è previsto il coinvolgimento di Juliet, a termini e condizioni di mercato, quale advisor della Banca nella perimetrazione di uno o più portafogli oggetto di cessione per un ammontare complessivo di 3 miliardi di euro di valore lordo“.
L’intera operazione annunciata ieri da Dea Capital rientra nella strategia di espansione di alternative asset management di Dea Capital, concentrata attualmente nella gestione di fondi chiusi riservati a investitori istituzionali e che fa del Gruppo Da Capital il primo operatore indipendente del settore in Italia. Sommando gli attuali asset attualmente in gestione al gruppo Dea Capital, cioé circa 11,9 miliardi di euro, con quelli del gruppo Quaestio, gli asset totali supereranno i 20 miliardi di euro.
In particolare, Dea Capital Alternative Funds sgr estenderà la sua operatività a Npl e Utp small ticket, acquisirà un team esperto nella gestione di grandi portafogli e amplierà la base potenziale di investitori a una serie di operatori istituzionali, tra i quali Fondazione Cariplo e gli investitori-quotisti di Atlante e di Italian Recovery Fund.
Paolo Ceretti, amministratore delegato di DeA Capital spa, ha dichiarato: “Con gli accordi sottoscritti, poniamo le basi per un’altra importantissima tappa nello sviluppo della nostra piattaforma di alternative asset management. Attraverso l’acquisizione del business di Non Performing Loan di Quaestio sgr, intendiamo consolidare il posizionamento strategico in un segmento dell’alternative investment di estrema attualità e di grande interesse per noi e per i nostri investitori. Con l’ingresso nel capitale di Quaestio Holding e la correlata partnership strategica, inoltre, integreremo la nostra attuale operatività con soluzioni di investimento e strategie di capital allocation a maggior valore aggiunto; l’obiettivo è quello di offrire ai nostri clienti una gestione ampia e integrata dei target di asset allocation, allineata alle migliori e più attuali practice di mercato in termini di completezza delle classi di investimento (liquide, illiquide e alternative), di diversificazione e di risk management”.
Per Quaestio, le operazioni sono funzionali alla rifocalizzazione del business sulla tradizionale attività di asset management e al riassetto della struttura azionaria e di governance, rafforzandola grazie a un primario operatore come Dea Capital. L’acquisizione della maggioranza relativa di Quaestio Holding consente a Dea di entrare nel segmento delle soluzioni di investimento e dei mandati di gestione. La partnership industriale tra le due società prevede che Dea non sviluppi una propria offerta di prodotti liquidi, impegnandosi ad offrire quelli di Quaestio sgr, e parallelamente quest’ultima non svilupperà autonomamente una nuova propria offerta di prodotti illiquidi, ma offrirà quelli del gruppo Dea Capital. Le società hanno stipulato anche un patto parasociale della durata di 5 anni che prevede che in caso di eventuale successiva acquisizione da parte di Dea Capital spa della maggioranza assoluta del capitale di Quaestio Holding, gli altri soci di quest’ultima abbiano il diritto di cedere le partecipazioni detenute alla stessa Dea Capital spa.