HAT Sicaf ha ceduto la sua quota del 96,35% del capitale del produttore italiano di sedie per uffici Luxy a Lunedes, società che fa capo al’imprenditore Giuseppe Cornetto Bourlot. Lunedes ha rilevato anche il restante 3,65% dell’azienda, in mano ai manager (si veda qui il comunicato stampa).
Contestualmente, il nuovo azionista ha nominato il nuovo Consiglio di amministrazione di Luxy, che sarà composto dal presidente Giuseppe Cornetto Bourlot, dall’amministratore delegato Libero Gregoletto e dai consiglieri Gianluigi Russo, Marco Pittini e Daniele Pelli. HAT è stat assistita sul piano legale dallo studio LMS, mentre Lunedes è stata affiancata da Gianni, Origoni, Grippo, Cappelli & Partners.
“L’obiettivo dell’acquisizione da parte nostra è quello di valorizzare ulteriormente le capacità produttive e creative dell’azienda per ampliare le quote di mercato sia in Italia che all’estero”, ha spiegato Cornetto Bourlot. Luxy è un’importante realtà del mercato dell’arredamento di design che esporta già oltre il 60% della produzione di sedie da ufficio. Fondata nel 1976 a Lonigo (Vicenza) come piccolo laboratorio per la produzione di sedute conto terzi, si è sviluppata fino a diventare un’azienda altamente specializzata nella produzione di sedie e divani ergonomici e di design. I suoi prodotti sono realizzati nello stabilimento di Lonigo su stampi progettati con la collaborazione di rinomati studi di architettura e design, tra i quali Fuksas, Ghezzel, Favaretto.
La società conta oltre 40 dipendenti e ha chiuso il 2018 con ricavi per 7,6 milioni di euro, un ebitda di 486 mila euro e una posizione finanziaria netta di 339 mila euro (si veda qui l’analisi di Leanus, una volta registrati gratuitamente).
HAT aveva comprato Luxy nel febbraio 2016 per 5 milioni di euro dalla famiglia Marchesini (20%) e dai fondi di Opera sgr (72,7%) e Quadrivio sgr (7,3%), subentrati nel 2011 rispettivamente ai fondi di Cape Natixis sgr e Fondamenta sgr. HAT aveva finanziato il management buyout della società, con i nove top manager, riuniti nella holding Dtl e guidati dal presidente e amministratore delegato Libero Gregoletto, che avevano reinvestito appunto per il 3,65% (si veda altro articolo di BeBeez).
“Il nostro gruppo, con quattro fondi di investimento in private capital oggi in gestione, grazie anche alla dismissione di Luxy sta generando complessivamente un rendimento del portafoglio maggiore del 20% annuo (IRR), con un cash multiple superiore a 2,5 volte i capitali investiti”, ha commentato Ignazio Castiglioni, amministratore delegato di HAT.
Dei buoni ritorni dei fondi Castiglioni aveva già parlato con BeBeez nell’intervista rilasciata lo scorso settembre per il libro Private Capital. Esperienze e soluzioni. Ecco perché la finanza alternativa funziona, edito da EdiBeez, a firma di Stefania Peveraro. “I risultati sono stati molto buoni per tutti i fondi che gestiamo, con i quali abbiamo già realizzato 19 exit (a cui ora si aggiunge quella di Luxy, ndr), due quotazioni in Borsa (GPI e Wiit), ritorni medi superiori a 2,5 volte il capitale investito e un rendimento annuo superiore al 20%. Tra le aziende
in portafoglio vi è anche Sia, che abbiamo acquisito al fianco di operatori del calibro di Cdp Equity e F2i. Un’operazione che genererà per HAT un plusvalenza significativa superiore a 5 volte il capitale investito e che ha dimostrato la nostra capacità di investire in un’opportunità a cui solo pochi hanno avuto accesso e di distinguerci come gestore a valore aggiunto, in grado di apportare competenze finanziarie e tecnologiche” (si veda altro articolo di BeBeez).
HAT, guidata da Nino Attanasio e Ignazio Castiglioni, è uno dei principali operatori italiani indipendenti nel panorama degli investimenti alternativi, con asset in gestione superiori a 400 milioni di euro. Fondata nel 2007, è specializzata in private equity e infrastrutture.