E’ la società armatoriale veneziana Motia Compagnia di Navigazione ad aver rimborsato il debito al comparto Shipping del fondo Idea CCR II, gestito da Dea Capital Alternative Funds sgr, di cui l’sgr aveva dato notizia lo scorso venerdì insieme a quella di tre operazioni di ripossessamento, che hanno portato il fondo ad acquisire 4 navi (si veda altro articolo di BeBeez).
L’operazione con Idea CCR II Shipping rientra in un’operazione di più ampio respiro di ristrutturazione dell’intero debito da 130 milioni di euro della società armatoriale nell’ambito di un accordo ex art. 182-bis della Legge Fallimentare siglato lo scorso con i principali creditori che sono appunto Dea CCR II Shipping, da un lato, e anche il fondo FI.NAV gestito formalmente dall’irlandese Davy Investment Fund Services Limited, ma di cui è advisor Pillarstone Italy. A concedere la nuova finanza, sempre garantita da ipoteche navali, nell’ambito della ristrutturazione del debito e per il rilancio della società è stato il Northern Shipping Fund LLC. L’accordo è stato omologato dal Tribunale di Venezia il 30 ottobre scorso, mentre la sua esecuzione è iniziata il 25 novembre (si veda qui il comunicato stampa).
Contestualmente alla ristrutturazione del debito, Motia ha riorganizzato il proprio gruppo di società, procedendo, tra l’altro, alla fusione della propria controllata Minos Società di Navigazione srl in Motia e riallocando parte della propria flotta. Si prevede il completamento delle attività entro la fine di dicembre 2019.
Lo studio legale Legalitax ha assistito Motia nella ristrutturazione del suo indebitamento; DLA Piper ha agito come advisor legale per Davy e DeA Capital e ha curato per conto dei creditori finanziari gli aspetti di ristrutturazione finanziaria e societaria del Gruppo Motia; BonelliErede ha supportato Davy per i profili fiscali dell’operazione; studio Berlingieri Maresca ha curato tutti gli aspetti di diritto della navigazione dell’operazione nonché gli aspetti di diritto italiano legati al finanziamento.
Motia, con sede a Mestre (Venezia), fa capo alla famiglia Zacchello ed è attiva nel trasporto merci e, in particolare, prodotti petroliferi e chimici, con una flotta di navi cisterna e bulk carrier battenti bandiera italiana di proprietà o di terzi. La società aveva depositato domanda di concordato in bianco nel maggio 2018, che era stata accolta dal Tribunale il 22 maggio, con la richiesta di presentazione del piano concordatario entro 120 giorni (si veda qui il decreto del Tribunale). Motia aveva depositato la proposta di concordato preventivo nel dicembre 2018 e fornito il 25 gennaio 2019 i chiarimenti richiesti dal Tribunale di Venezia, il quale il 30 gennaio avvea aperto la procedura di concordato preventivo e convocato l’adunanza dei creditori il 21 maggio. Il concordato era però stato successivamente revocato per permettere la stipula dell’accordo di ristrutturazione dei debiti, poi appunto omologato dal Tribunale di Venezia.
Proprio in quel periodo, peraltro, Pillarstone Italy naveva rilevato 300 milioni di euro (350 milioni di dollari) di crediti deteriorati shipping da Intesa Sanpaolo e Unicredit, compresi appunto alcuni crediti verso Motia, oltre che crediti verso Perseveranza di Navigazione, Elbana di Navigazione, Morfini e Finaval (si veda altro articolo di BeBeez).
Non è la prima volta che Motia ristruttura il debito. La società armatoriale ci era già passata nel 2014. Allora si prevedeva una rimodulazione del debito di 220 milioni di dollari (circa 160 milioni di euro al cambio di allora), il riscadenziamento dei termini dei finanziamenti esistenti e il mantenimento dell’adeguata flessibilità operativa. A essere coinvolte nell’operazione erano state numerose banche italiane (tra cui Intesa Sanpaolo, Unicredit, Mps e Gruppo Banco Popolare) ed estere (Royal Bank of Scotland, Credit Agricole, BnpParibas e Import Export Bank of Korea) (si veda altro articolo di BeBeez). Quell’accordo era stato omologato dal Tribunale di Venezia nel giugno 2014.