Pompea il noto brand di calze e abbigliamento intimo, a cui fa capo anche il marchio Roberta, passerà sotto il controllo del gruppo Fulgar, azienda produttrice del nylon 6.6. e distributrice per l’Europa del marchio Lycra (si veda qui il comunicato stampa). A vendere è la famiglia Rondella e il trasferimento delle azioni è previsto per il prossimo 5 marzo 2020, dopo che sarà completata un’operazione di scissione di Pompea. Alla famiglia venditrice rimarranno infatti gli impianti di tintoria e logistica nella sede di Asola. Tintoria e logistica che verranno gestiti tramite una nuova società (con relativo nuovo marchio) in fase di costituzione da parte della famiglia Rodella.
Con sede a Medole (Mantova), Pompea nel 2018 ha registrato ricavi netti per 73,8 milioni di euro, un ebitda di 5,4 milioni e un debito finanziario netto di 22,3 milioni. Per Fulgar, che ha acquisito Pompea tramite la holding Fineos, l’operazione è strategica per concentrare nella propria società tutta l’intera filiera: dalla produzione del filato, settore nel quale Fulgar è leader a livello nazionale, fino alla vendita al dettaglio nei negozio a marchio Pompea.
Controllata dalla famiglia Garosi, Fulgar è nata alla fine degli anni 1970 a Castel Goffredo (Mantova, Italia), nel distretto della calza e fattura oggi oltre 200 milioni di euro. Fulgar è presente in tutti i settori tessili, dalla calzetteria alla maglieria circolare, dalla corsetteria al bagno e lo sport. “In questi mesi abbiamo riscontrato interesse all’acquisto anche da parte di investitori russi e fondi internazionali. La mia famiglia ed io siamo radicati nel distretto e per questo siamo lieti che Pompea rimanga italiana. Per questo abbiamo preferito la famiglia Garosi a garanzia futura del marchio e della produzione da noi creata”, ha commentato Alessandro Rodella patron di Pompea.
Pompea aveva siglato nel luglio 2015 un accordo di risanamento del debito sulla base dell’art. 67 della Legge Fallimentare con le banche finanziatrici UBI banca, Mps, Unicredit, Bnl, MantovaBanca, Bpm e Banca Popolare di Mantova (si veda altro articolo di BeBeez). L’accordo prevedeva la liquidazione di 4,7 milioni di euro a copertura degli interessi maturati fino a dicembre 2014 (ordinari e di mora) e di parte delle rate scadute; l’accordo prevedeva inoltre che il debito residuo a medio lungo termine scaduto, pari a 12,1 milioni, venisse rimborsato in sei rate annuali da circa 2 milioni ciascuna, a partire dal 2015 e sino al 2020.
Contemporaneamente, il piano industriale puntava sulla riduzione dei costi operativi, il miglioramento della marginalità commerciale, il consolidamento del marchio Pompea e il rilancio del brand Roberta. In questi anni Pompea è stata assistita da Global Strategy nel ruolo CRO, con un team composto da Antonella Negri-Clementi, che è stata anche consigliere indipendente, e Stefano Nuzzo.
Pompea aveva firmato con le banche un primo accordo di risanamento del debito (anche in quel caso ex art. 67 LF) nel 2009 ma gli obiettivi previsti da quel primo piano non erano stati raggiunti e la società si era trovata impossibilitata a sostenere i pagamenti dovuti, così nel settembre 2013 era stato firmato un accordo di moratoria e standstill di tutto l’indebitamento a breve e medio lungo termine sino al 31 marzo 2014. Successivamente la società aveva poi impostato le trattative con le banche per ottenere uno riscadenziamento del debito a medio lungo termine sino ad arrivare a formalizzare nell’aprile 2015 una proposta di nuova manovra finanziaria e alla firma del nuovo accordo di risanamento nel luglio dello stesso anno. A metà 2014, nel pieno della trattativa con le banche, si era anche parlato di un’ipotesi di cessione del controllo del gruppo a un investitore che immettesse nuova finanza ed erano circolati i nomi dei fondi Orlando italy e Oaktree e quelli di soggetti industriali come Golden Lady e Calzedonia.