La Procura della Repubblica lo scorso 13 febbraio ha presentato al Tribunale di Bologna istanza di fallimento ex articolo 162 della legge Fallimentare per Seci, la holding attraverso cui la famiglia Maccaferri controlla l’omonimo Gruppo (si veda qui il documento completo del tribunale). Il Tribunale ha accolto l’istanza e fissato per il prossimo 3 aprile l’udienza per sentire la società e i creditori ricorrenti in merito all’accertamento dei presupposti per la dichiarazione di fallimento.
La data dell’udienza al Tribunale di Bologna su piano di rilancio nell’ambito del concordato in continuità, che coinvolge la Seci (la holding con cui la famiglia Maccaferri controlla l’omonimo gruppo), insieme a Samp era stata spostata dal 4 febbraio a metà mese (si veda altro articolo di BeBeez). Ma le cose hanno preso una piega ben diversa.
La Procura ritiene infatti che l’azienda versi in un “vero e proprio stato d’insolvenza irreversibile“, con un patrimonio netto negativo di oltre 65 milioni di euro al 31 dicembre 2018, in peggioramento a circa -120 milioni al 30 settembre 2019.
La Procura reputa la cosa ancora più grave, se si pensa che dei 391,5 milioni dell’attivo ci sono 197 milioni di crediti vantati quasi esclusivamente verso le società controllate e collegate e che molti di essi sono sorti in seguito ad escussioni di garanzie in precedenza prestate da Seci nel loro interesse verso terzi finanziatori. Sono dunque crediti di impossibile realizzo, considerata la crisi in cui versa il Gruppo Maccaferri.
Non solo. Tra le immobilizzazioni finanziarie nette rientra anche Seci Lux, cui Seci spa aveva conferito nel gennaio 2019 il 46,1% di Manifatture Sigaro Toscano a un valore di 136 milioni circa. Le azioni di Manifatture Sigaro Toscano e Seci Lux sono gravate da pegno in favore dei sottoscrittori del bond da 90 milioni di euro emesso da Seci spa tra il gennaio e il marzo 2019, sulla cui escussione sono pendenti giudizi del tribunale di Milano e del Lussemburgo. Quel bond era stato sottoscritto dai soci di minoranza di MST, cioé Mcg holding della famiglia Montezemolo, Comimpresa di Aurelio Regina, Antelao di Piero Gnudi e Aragorn Value Leadership di Francesco Valli (si veda Il Resto del Carlino). Secondo quando appreso da BeBeez, Manifatture Sigaro Toscano prevede di riuscire a onorare il bond e dopo 4 anni si valuterà se venderla o rifinanziare il prestito obbligazionario. Il piano di rilancio di Maccaferri fa perno su Manifatture Sigaro Toscano, considerato che quest’ultima è sana e in grado di garantire la liquidità necessaria al piano.
Il Gruppo Maccaferri aveva aperto a inizio giugno 2019 la procedura di concordato con riserva per Seci holding; per Seci Energia, sub-holding del comparto energetico; e per Enerray, società del settore energia. Successivamente, hanno chiesto il concordato anche la società di costruzioni Sapaba, il produttore di zucchero Sadam e la società di factoring Felsinea Factor, per un totale di 400 dipendenti coinvolti sui 4.500 totali del Gruppo Maccaferri (si veda altro articolo di BeBeez) e Samp, società di ingegneria meccanica (si veda altro articolo di BeBeez). Al Tribunale è stato presentato il piano per Felsinea Factor, che sarà liquidata, e per Enerray, della quale è già stato affittato il ramo d’azienda manutenzione a Lt Holding (sempre settore fotovoltaico), che è già vincolata all’acquisto. Sapaba, Exergy (venduta nell’ottobre 2019 ai cinesi di NanjingTica Thermal Solution, si veda altro articolo di BeBeez) e Sebigas proseguono il loro percorso di concordato.
La scorsa settimana Officine Maccaferri ha raggiunto un cosiddetto accordo di forbearance (ossia contenente misure di concessione) con i portatori del bond da 190 milioni di euro quotato all’ExtraMot Pro, con cedola 5,75%, in scadenza nel 20121 e acquisito da Carlyle e suoi coinvestitori lo scorso dicembre (si veda qui il comunicato stampa e qui altro articolo di BeBeez). Carlyle aveva scritto a fine gennaio 2020 al Gruppo Maccaferri una lettera che ricordava che il regolamento del bond prevede che l’escussione delle garanzie si attivi automaticamente (si veda qui l’Offering Memorandum, pagg. 134-135 e qui altro articolo di BeBeez). Per scongiurare l’accelerazione e quindi la firma di un accordo, il fondo Usa aveva offerto il write-off del debito esistente (a esclusione di quello bancario) di Officine Maccaferri e, all’interno di un piano più ampio, nuova finanza per la stessa Officine Maccaferri e per Seci. Evidentemente un accordo di massima in questo senso è stato trovato, visto che la nota di Officine Maccaferri precisa che “la società sta attualmente finalizzando un rivisto piano aziendale che includerà, tra l’altro, nuovi strumenti finanziari o di liquidità e di conseguenza avvierà a breve un processo di sollecitazione del consenso e convocazione di un’assemblea degli obbligazionisti al fine, tra l’altro, di modificare alcuni termini dell’Indenture per consentire alla società di adottare determinate misure per attuare il nuovo finanziamento tramite strumenti finanziari o di liquidità”.
I possibili salvatori di Maccaferri, oltre a Carlyle, potrebbero essere Oxy Capital e Hps (si veda altro articolo di BeBeez), Fortress Investment Group (si veda altro articolo di BeBeez) e Quattro R (si veda altro articolo di BeBeez), che avevano presentato delle offerte nel 2019. Secondo quanto riferisce Il Resto del Carlino, la scorsa settimana sarebbe entrata nella partita anche Bonfiglioli Riduttori, che avrebbe presentato un’offerta per Sampingranaggi, una delle sei divisioni di Samp messe in concordato nell’autunno 2019.
(Articolo modificato lunedì 24 febbraio 2019 alle ore 10.30. Si aggiungono le dichiarazioni sul piano di Seci)