Il coronavirus potrebbe portare alle aziende italiane perdite di 510 e 670 miliardi di euro di fatturato tra il 2020 e il 2021. Lo dice il nuovo Cerved Industry Forecast (si veda qui il comunicato stampa), in cui Cerved ha rivisto in peggio le previsioni diffuse nel marzo scorso, quando parlava di un costo complessivo del coronavirus per i due anni compreso fra i 270 e 650 miliardi di euro di fatturato alle imprese italiane (si veda altro articolo di BeBeez).
Nel dettaglio, le nuove previsioni immaginano un calo del fatturato di 348 miliardi nel 2020 nel caso di scenario positivo e di altri 161 miliardi nel 2021. Per contro, nel caso di scenario negativo, il calo del fatturato sarebbe di 475 miliardi quest’anno e 196 miliardi il prossimo. E questo pur immaginando un rimbalzo nel 2021, che però appunto non sarebbe in grado di riportare le aziende a fatturare quello che avrebbero fatturato inn assenza di shock da Covid.
Nel dettaglio, i due scenari ipotizzati da Cerved sono i seguenti:
- soft: in cui non ci saranno nuovi lockdown e a lo shock economico sarà seguito da una rapida ripresa, con pochi fallimenti, tenuta della capacità produttiva e dei redditi delle famiglie, assenza di crisi finanziarie, politica economica e monetaria di pieno supporto dal lato della domanda e dell’offerta e rallentamento della congiuntura economica globale;
- hard: in cui ci saranno ulteriori chiusure, magari territoriali, che porteranno a una recessione più marcata nel 2020 e rallenteranno la ripresa economica del 2021.
Il peggioramento delle previsioni riguarda soprattutto lo scenario soft. L’ipotesi “migliore” è passata infatti da un calo del fatturato del 7,4% a un calo del 12,7% (appunto 348 miliardi in meno invece di 220 miliardi), mentre per il 2021 si immagina un ulteriore calo del fatturato di 161 miliardi (contro i 55 miliardi previsti a marzo). Lo scenario più pessimistico è invece sostanzialmente in linea con le proiezioni di marzo (-18% contro -17,8% per il 2020). Questi andamenti implicano cadute del Pil comprese tra l’8,2% e il 12% nel 2020.
Dal punto di vista dei macro-settori, il confronto tra 2021 e 2019 vede nello scenario soft il crollo del fatturato dei mezzi di trasporto (-7,6%), della logistica e trasporti (-6,4%) e dei servizi non finanziari (-6%), in forte contrasto con il +6,1% messo a segno da chimica e farmaceutica (ma anche aziende agricole, largo consumo ed elettronica e informatica chiudono in pari o in leggera crescita, a fronte a un calo di media del 2,9%). Nello scenario hard, la diminuzione di fatturato arriva in media a -4,3%, con performance ancora peggiori per i settori più colpiti, mentre chimica e farmaceutica salgono a +7%.
Se si entra più nel dettaglio, tra i settori per cui si prevede per il 2020 il maggior calo di fatturato rispetto al 2019 si trovano, nello scenario soft, attività di proiezione cinematografica (-65%), trasporto aereo di passeggeri (-50,8%), agenzie viaggi, tour operator e alberghi (-43% circa), organizzazione di fiere e convegni (-40%) e ristorazione (-33,8%), a fronte del +35% del commercio online, +16,8% della fabbricazione di respiratori artificiali (crescono a due cifre anche altri strumenti legati alla lotta alla pandemia, dai dispositivi e abiti per la sicurezza ai tessuti tecnici), +10,7% di supermercati e discount, +9,7% della produzione di casse funebri. Dati che nello scenario hard peggiorano ancora, persino del 10-15% per i settori più in crisi, così come migliorano, ma non sempre e non oltre il 5%, per i business che invece hanno tratto vantaggio dalla diffusione del Covid19.