Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha pubblicato per consultazione una proposta di revisione delle soglie di ingresso nei Fia italiani riservati, “per consentire l’accesso a queste forme di investimento alternativo ad una platea di clientela più ampia, con patrimoni di medie/grandi dimensioni, disponibile a investire nel medio/lungo periodo in illiquidi e in società non quotate, allo scopo di diversificare il proprio portafoglio finanziario, conseguire un rendimento apprezzabile, finanziare le imprese italiane e con esse la ripresa economica del Paese” (si veda qui la nota del MEF e qui il testo in consultazione).
Si tratta di una bella sorpresa per il mercato, che era rimaso deluso dal fatto che il Decreto Rilancio non avesse accolto la richiesta di abbassare la soglia di accesso per gli investitori privati ai fondi chiusi riservati da 500 mila euro a 100-150 mila o la previsione di una categoria di investitori semi-professionali, così come chiesto più volte da AIFI (Associazione Italiana del Private Equity, Venture Capital e Private Debt) e da AIPB (Associazione Italiana Private Banking). In particolare, a fine marzo questa richiesta faceva parte dell’elenco di quelle sottoposte al governo da AIFI (si veda altro articolo di BeBeez) e che erano state anticipate a BeBeez dal suo direttore generale Anna Gervasoni (si veda altro articolo di BeBeez). Nel luglio 2019 il tema era stato ampiamente discusso anche dal segretario generale di AIPB, Antonella Massari nel suo intervento al convegno organizzato da BeBeez su investimenti alternativi e mondo private (si veda altro articolo di BeBeez). La nuova misura, infatti, permetterebbe di convogliare una grande quantità di risparmio privato in investimenti in economia reale.
Attualmente, ricorda la nota del MEF, l’articolo 14 del dm n. 30/2015, sui Fia italiani riservati, definisce come destinatarie dell’offerta le seguenti categorie di investitori:
- Investitori professionali
- Investitori non professionali che investono, direttamente o tramite gestione di portafogli, un importo complessivo, non frazionabile, non inferiore a 500mila euro
- Componenti del Cda e dipendenti del gestore, senza alcuna soglia di ingresso
La proposta di revisione dell’art. 14, oggetto della consultazione, prevede la partecipazione ai Fia riservati, oltreché degli investitori professionali, dei seguenti soggetti:
- a) investitori non professionali con investimento minimo non inferiore a 500mila euro, non frazionabile, nel caso di investimento diretto (com’è adesso);
- b) investitori non professionali con investimento minimo non inferiore a 100mila euro non frazionabile e limite di concentrazione al 10% del proprio portafoglio finanziario (per portafoglio finanziario si intende il valore complessivo del portafoglio in strumenti finanziari, inclusi i depositi bancari, e in prodotti di investimento assicurativi, disponibile presso il medesimo intermediario o gestore), che effettuano l’investimento nell’ambito della prestazione del servizio di consulenza in materia di investimenti;
- c) soggetti abilitati che sottoscrivono ovvero acquistano quote o azioni del Fia nell’ambito della prestazione del servizio di gestione di portafoglio, per conto di investitori non professionali;
- d) componenti del Cda e dipendenti del gestore, senza limitazioni di ingresso.
I commenti e i contributi dei soggetti interessati dovranno pervenire entro e non oltre il 3 luglio 2020.
(Articolo in via di definizione)