Banca Profilo ha chiuso la sessione di Borsa venerdì 5 giugno con un balzo del 26,41% a 0,20 euro per azione, per una capitalizzazione di 107,2 milioni di euro. L’exploit segue l’annuncio nella serata di giovedì 4 giugno circa la messa in vendita della quota di controllo pari al 62,4% del capitale della banca oggi in portafoglio a Sator Private Equity Fund, gestito da Sator sgr, assistito nell’operazione dall’advisor Lazard, ma anche del probabile interesse di Matteo Arpe, fondatore di Sator, a ricomprarla, così come potrebbero fare altri investitori del fondo in scadenza imminente.
Nel dettaglio, ha comunicato Banca Profilo in occasione della presentazione del suo piano industriale 2020-2023 “nell’ambito del più ampio riassetto azionario, il fondo verificherà, alla luce anche di preliminari interlocuzione intercorse, l’interesse di alcuni dei propri quotisti all’investimento diretto nel capitale di Banca Profilo” (si veda qui il comunicato stampa).
E i quotisti in questione sono, come noto, in primo luogo la stessa Sator spa, la finanziaria controllata al 67,5% da Arpe, che del fondo detiene il 20% delle quote, ma anche le famiglie Angelini e Brachetti Peretti, Luigi Berlusconi, la Fondazione Roma e la Fondazione Mps.
Nella stessa nota Banca Profilo ha precisato che “la banca ha valutato positivamente la possibilità di salire al 15% nella partecipazione in Tinaba, con un’ulteriore opzione per altri 5 punti percentuali”. L’interesse per Tinaba, la banca fintech lanciata da Sator nel 2016 (si veda altro articolo di BeBeez), di cui oggi Banca Profilo possiede il 5%, va letto nel quadro del piano industriale al 2023 che prevede anche lo sviluppo dell’offerta digitale in partnership appunto con Tinaba, per cogliere appieno le opportunità del fintech, con una crescita degli utenti a 375 mila, masse in roboadvisor superiori a 300 milioni di euro e il lancio di nuovi prodotti e servizi per ricavi complessivi 6 milioni di euro.
Tra le linee dis viluppo previste dal piano industriale, è interessante notare che sul fronte dell’attività di private banking Banca Profilo prevede di ampliare la gamma di servizi e prodotti offerti, focalizzata su prodotti di nicchia differenzianti rispetto alla competizione, confermando il focus strategico relativo a prodotti alternativi, allargato a veicoli di investimento che facciano scouting di iniziative sul mercato da proporre ai clienti, club deal industriali fuori dal territorio italiano, club deal immobiliari su trophy asset domestici e l’allargamento dei club deal finanziari alle asset class di private debt, cartolarizzazioni e note.
Quanto all’investment banking, è previsto il potenziamento delle attività di lending, sfruttando le opportunità del decreto Cura Italia che ha aperto il mercato di finanziamenti garantiti al 90% dello Stato; lo sviluppo di un’attività di advisory su equity investment focalizzati sul mondo delle pmi a supporto di appositi veicoli di pre-ipo strutturati per la distribuzione ai clienti del gruppo; e l’implementazione di un’attività di intermediazione in singole opportunità di asset class di nicchia (UTP, situazioni di procedura concorsuale, turnaround e special situation).
I dati organici prevedono una raccolta totale clientela in crescita a 3,4 miliardi di euro, con particolare sviluppo della raccolta gestita tramite le strategie del team di asset management istituzionale, e ricavi netti per 13,7 milioni di euro.
Nel dettaglio, al 2023 Banca Profilo punta a raggiungere:
- masse per 10,1 miliardi di euro (CAGR del 5%), di cui 6,7 miliardi in Italia;
- ricavi a 85 milioni;
- utile netto sopra i 13 milioni (CAGR del 13%);
- CET1 capital ratio superiore al 18%.
In caso di scenario best case (ritorno alla normalità dalla metà del 2021 in occasione della possibile soluzione strutturale della pandemia tramite il vaccino), la banca punta a ricavi per 90 milioni e cost income del 73%; in caso di scenario worst case (ritorno della pandemia a inizio 2021, con conseguente nuovo lockdown, recessione profonda negli anni successivi, e crollo dei mercati nel 2021 con solo parziale recupero negli anni successivi), la redditività sarà positiva nell’arco di piano, con ricavi a 81 milioni, cost income al 78% e gli obiettivi saranno conseguiti con il ritardo di un anno.
Il fondo Sator era entrato nel capitale della banca nel 2009, sottoscrivendo un aumento di capitale riservato da 70 milioni nell’ambito di un aumento di capitale complessivo di 110 milioni di euro (si veda qui il comunicato stampa di allora), che aveva permesso alla banca di ripartire dopo le perdite accumulate nella finanza strutturata. Si era trattato del primo caso in Italia di risanamento di una banca in crisi da parte di un fondo di private equity, oltre che il primo caso di esenzione dall’obbligo di promuovere un’opa obbligatoria per il trasferimento di controllo di una banca quotata.
Vista l’imminente scadenza del fondo Sator, nei prossimi mesi andranno poi osservati i movimenti sulle altre partecipazioni e cioé quelle nel gruppo immobiliare Aedes, composto da Aedes SIIQ e da Restart (si veda altro articolo di BeBeez) e da cui il fondo già nel marzo 2019 aveva comunicato la volontà di disinvestire (si veda qui il comunicato stampa), attraverso una procedura che avrebbe avuto il via nel dicembre scorso; ePrice, la società che gestisce l’omonimo marketplace di e-commerce di elettrodomestici, di cui Sator possiede il 20,85% e dove per mesi si è consumato uno scontro con il management; il brand marchigiano di calzature e abbigliamento femminile Autre Chose; e News 3.0, editore de Lettera43 e di LetteraDonna.it, che però hanno sospeso le pubblicazioni, mentre prosegue l’attività di Rivista Studio e Undici, controllate da Studio Editoriale, che fa sempre capo a News 3.0.