Il digital wealth manager italiano Moneyfarm ha pubblicato le sue Api sulla piattaforma di Fabrick, già integrata con il 97% degli istituti di credito (si veda qui il comunicato stampa). Questo consentirà a tutte le banche e agli intermediari interessati di integrare rapidamente nella propria offerta anche il servizio Moneyfarm, sviluppando soluzioni di gestione patrimoniale in ETF del tutto flessibili e modulabili.
Paolo Zaccardi, co-fondatore e ceo di Fabrick, ha commentato: “Grazie alla partnership con Moneyfarm, tramite la nostra piattaforma, per la prima volta sarà disponibile un servizio di gestione del risparmio innovativo in ottica open. È un accordo in cui si esprime il cuore della nostra filosofia che vede nella collaborazione tra soggetti di diversa natura, in questo caso banche e fintech, la chiave dell’innovazione del settore finanziario attraverso la co-creazione di progetti digitali altamente personalizzati a vantaggio del cliente finale. A due anni dal lancio, l’ecosistema Fabrick è oggi ricco di soluzioni in grado di soddisfare le esigenze evolute di consumatori finali che si aspettano dalla propria banca servizi sempre più digitali e personalizzati; siamo certi che la presenza di Moneyfarm in piattaforma porterà grande valore aggiunto, agevolando ulteriormente la diffusione di una cultura aperta e la consapevolezza dell’importanza per ogni singolo individuo di gestire il risparmio”.
Giovanni Daprà, co-fondatore e ceo di Moneyfarm, ha spiegato: “Il nostro modello, che unisce tecnologia, una gestione di portafoglio personalizzata e la vicinanza al cliente grazie all’accurata consulenza dei nostri esperti, ha confermato il suo valore a maggior ragione nei mesi di lockdown, in cui abbiamo continuato a crescere a doppia cifra nonostante la difficile fase di mercato. Con Fabrick rispondiamo alla necessità ineludibile per gli operatori finanziari tradizionali di offrire soluzioni sempre più digitali ed evolute ai propri clienti”. Paolo Galvani, co-fondatore e presidente di Moneyfarm, ha aggiunto: “Con questo accordo siamo pronti a rendere disponibile la nostra offerta, ormai consolidata nel B2C, anche a tutti quei player che hanno urgenza di integrare agilmente soluzioni moderne e innovative attraverso partnership. Durante questi mesi abbiamo notato una grande attenzione da parte del segmento bancario e crediamo che Fabrick sia il partner ideale e più efficace per intraprendere questo nuovo percorso, in prima linea da sempre nella creazione di nuovi modelli di business digitali”.
Fondata da Paolo Galvani e Giovanni Daprà nel 2011 e specializzata nella consulenza finanziaria online e soprattutto nella gestione patrimoniale in portafogli di Etf, Moneyfarm a oggi ha ottenuto oltre 110 milioni di finanziamenti, l’ultimo dei quali, da 40 milioni di euro, nel settembre 2019, guidato da Poste Italiane e a cui ha partecipato Allianz Asset Management, già azionista della società (si veda altro articolo di BeBeez). Il round precedente, da 46 milioni di euro, era stato chiuso nel maggio 2018 (si veda altro articolo di BeBeez).
Moneyfarm nell’ottobre 2017 ha acquisito Ernest, startup londinese fondata nel 2016 da tre sviluppatori italiani (Cristoforo Mione, Lorenzo Sicilia e Niall Bellabarba), un personal banker alimentato da intelligenza artificiale (si veda altro articolo di BeBeez). Nel novembre 2018 ha rilevato Vaamo, il primo gestore patrimoniale digitale indipendente in Germania (si veda altro articolo di BeBeez). Nel giugno scorso Moneyfarm ha lanciato la sua prima soluzione di previdenza complementare: un Piano Individuale Pensionistico (PIP), battezzato Piano Pensione Moneyfarm (si veda altro articolo di BeBeez). La fintech ha chiuso in Italia i primi 5 mesi del 2020 in forte crescita, con un aumento del 130% della raccolta netta su un totale di oltre 1 miliardo di euro di masse in gestione e un incremento dei nuovi clienti del 30%, in controtendenza con l’industria tradizionale del risparmio gestito, che ha sperimentato 5 miliardi di euro circa di deflussi netti nello stesso periodo del 2020 (fonte: Assogestioni).
Fabrick è nata nel 2017 con l’obiettivo di favorire l’open banking, favorendo l’incontro e la collaborazione tra le società fintech, le grandi aziende e gli operatori tradizionali del mondo finanziario, mettendo a loro disposizione tecnologie, competenze e servizi. Fa capo a Banca Sella, che detiene l’80% del capitale. Il resto è invece distribuito tra i soci-imprenditori che via via hanno aderito al progetto apportando in tutto o in parte il capitale della loro azienda alla piattaforma, entrando a far parte del management e della compagine sociale di Fabrick (si veda altro articolo di BeBeez). A maggio 2019 contava un milione di transazioni Api al mese, mentre a un anno di distanza ne conta oltre un milione al giorno. Nel maggio scorso Fabrick è stata autorizzata da Banca d’Italia a operare come istituto di pagamento (si veda altro articolo di BeBeez).
A oggi Fabrick ha integrato in piattaforma il 97% degli istituti bancari e 198 sono le controparti che usano le oltre 500 API pubblicate. Il suo Payment Initiation Sevice (PIS) è stato lanciato nel maggio scorso da Illimity Bank (si veda altro articolo di BeBeez). Lo scorso aprile Soisy, startup fintech di pagamenti rateali online finanziati via P2P lending, ha integrato le sue soluzioni di finanziamento degli acquisti nella piattaforma Fabrick, pubblicandovi le sue API (si veda altro articolo di BeBeez). Nel marzo scorso Fabrick, insieme a Bandyer, scaleup che ha sviluppato una piattaforma di videocomunicazione via browser senza l’installazione di software, ha lanciato la branch bancaria virtuale: un nuovo canale digitale di contatto diretto tramite il quale istituzioni finanziarie e realtà corporate possono dialogare con la propria clientela, mantenere e rafforzare le relazioni e garantire una gestione ottimale e tempestiva dell’operatività, anche all’epoca del coronavirus (si veda altro articolo di BeBeez). Nell’agosto 2019 Fabrick aveva partecipato al round da 8 milioni di euro di Penta, startup fintech tedesca che offre a startup e pmi una piattaforma digitale per il digital banking (si veda altro articolo di BeBeez).