Dai 30 ai 120 mila euro l’anno. Tanto guadagnano analisti e investment manager del private equity in Italia. Lo rileva la Salary Survey relativa al private equity di PageGroup (si veda qui lo studio completo). La variabilità tra le retribuzioni dipende dalla dimensione del portafoglio del fondo: all’aumentare di quest’ultima, sale anche la retribuzione annua lorda.
Allo stipendio fisso si aggiunge quello stipendio variabile, che spesso non è contrattualizzato, in quanto dipende dalle performance e dal ciclo di vita degli investimenti dei fondi. L’entità del bonus dipende anch’essa dalla dimensione dei fondi. Ovviamente stiamo parlando di professionisti che non sono partner dei fondi, perché altrimenti in questo caso le retribuzioni di base e il carried interest sono molto più elevati.
“Il carried interest è certamente lo strumento principe di incentivazione nel mondo del private equity. È la componente retributiva più ambita e la leva più importante applicata dalle società per attuare una strategia di employee retention”, ha spiegato Ileana Scala, associate manager della divisione banking & financial services di Michael Page Italia, specializzata nella ricerca di profili in ambito asset management e private equity.
A prescindere dalla dimensione dei fondi, le società riconoscono una quota di carry già a partire dal primi anni d’esperienza, seppur con percentuali previste tra lo 0,5% e l’1,5% per analisti e associati. Essendo legata al ciclo di vita degli investimenti e dato l’alto livello di turnover registrato tra i profili più junior, in molti non ne vedono quasi mai la realizzazione economica, eppure genera un percepito di altissimo impatto anche tra i più giovani. Le percentuali crescono fino al 3-4% al crescere della seniority. Nei grandi fondi, il carry ha un rapporto da 1 a 5 rispetto alla retribuzione di base.
“Il private equity è la destinazione professionale più richiesta e anche la più competitiva in cui cercare lavoro. Le motivazioni che spingono i migliori talenti ad ambire ad entrare in questo mondo sono la possibilità di una professione di taglio imprenditoriale volta alla creazione di valore e la remunerazione. Il settore infatti continua negli anni ad assicurare dei package retributivi mediamente più alti rispetto alle altre professioni in ambito finanziario soprattutto sul mercato italiano, con un peso importante della remunerazione variabile rispetto a quella fissa attraverso il sistema di carried interest”, ha concluso Scala.