Ha finalmente preso forma il fondo dedicato all’acquisto di Utp corporate dai bilanci bancari a cui Finint Investments sgr stava lavorando da tempo e di cui aveva accennato a BeBeez la scorsa primavera l’amministratore delegato Mauro Sbroggiò (si veda altro articolo di BeBeez).
Unicredit, che cederà la maggior parte del pacchetto di Utp oggetto dell’operazione, e doValue, il servicer quotato a Piazza Affari che, attraverso la controllata Italfondiario, svolgerà le attività di servicing dei crediti, ma inietterà anche la nuova finanza che servirà al rilancio delle aziende debitrici (si veda qui il comunicato stampa). Alcune indiscrezioni sono state pubblicate ieri da Il Sole 24 Ore. Per la gestione degli aspetti legali, regolamentari e fiscali per l’acquisizione dei predetti crediti, Finint sgr è stata assistita dallo studio K&L Gates mentre Italfondiario è stata seguita dallo studio RCCD. Gli istituti bancari sono stati supportati dallo studio Molinari Associati.
Il fondo, battezzato Efesto Credit Fund, comprerà infatti 450 milioni di euro di crediti lordi Utp (di cui 190 milioni secured e 260 milioni unsecured) verso 50 aziende di piccole e medie dimensioni attive in vari settori, tra cui real estate, costruzioni, prodotti industriali diversificati, packaging, food & beverage, arredo, energia e utilities. Gli Utp erano in portafoglio a Unicredit e ad altre quattro banche, tra le quali si dice BPER e Bnl (con l’acquisto dei crediti dalle banche che è avvenuto quindi sulla base di quanto previsto dall’art. 4 e art. 7 comma 2-bis della Legge 130/1999, che rimanda all’art.58 del TUB e che comporta la derecognition dei crediti per le banche).
La struttura prevede che le banche, in cambio del credito, ottengano una quota del nuovo fondo, come spesso accade per i fondi Utp di nuova generazione, ma la novità rispetto alle già note strutture è che in Efesto non è previsto un comparto nuova finanza. Quest’ultima, infatti, secondo quanto risulta a BeBeez, verrà investita a parte, appunto da Italfondiario, che ha messo a disposizione del progetto 30-40 milioni di euro complessivi. Si tratta di una grande novità per il gruppo doValue, che di norma svolge un’attività di gestione, ma non prende posizioni di investimento. Ed è un accorgimento che è ben visto dalle banche cedenti, visto che come noto la nuova finanza in casi di concordato è in pre-deduzione e che quindi è super senior nei confronti degli altri finanziatori. Il fondo, quindi, nato per difendere gli interessi della vecchia finanza, in questo modo si riserva per ogni operazione la facoltà di decidere se e quando coinvolgere la nuova finanza. Ma l’operazione non finisce qui. Efesto è aperto all’acquisto di altri crediti anche da altri gruppi bancari, sempre con la stessa logica.
Il lancio di Efesto ha messo in stand-by quello di un altro progetto simile di Finint Investments sgr dedicato alle pmi del Nord Est. Finint Investments aveva infatti allo studio già dalla primavera 2019 il lancio di un fondo di private equity di turnaround (si veda altro articolo di BeBeez). Il progetto, però, secondo quanto risulta a BeBeez, non è per nulla tramontato. Anzi nel frattempo ha trovato un nome. Si chiamerà ONE, acronimo per Obiettivo Nord Est. L’idea è predisporre una struttura simile a quella di Efesto, ma con la ricerca delle imprese target, tutte del territorio, che parta da Finint. Sarà cioè Finint a scegliere le imprese da rilanciare e poi a contattare le banche creditrici per proporre loro la cessione dei crediti con il fine ultimo di rilanciare le aziende grazie alla nuova finanza messa a disposizione da parte di investitori terzi.
“Con la costituzione del fondo Efesto Finint sgr amplia ulteriormente il proprio perimetro di attività nel settore dei distressed asset, integrando il portafoglio di strategie sul segmento Npl con quello dei crediti Utp”, ha commentato Mauro Sbroggiò, amministratore delegato di Finint sgr. Che ha concluso: “I crediti sono vantati principalmente verso un insieme di aziende in tensione finanziaria, ma con prospettive di rilancio. Per tali aziende la situazione finanziaria pregressa, acuita dall’impatto della pandemia, ha reso ancora più difficile l’accesso continuativo ai normali canali di credito bancario. Con il Fondo Efesto ci proponiamo perciò di accompagnare queste aziende, anche con l’apporto di nuova finanza, nei rispettivi percorsi di risanamento”.
(Articolo aggiornato giovedì 29 ottobre 2020 alle ore 12.42. Si aggiungono il commento di Sbroggiò e il comunicato stampa dell’operazione)