Il produttore di piumini italiano Moncler quotato a Piazza Affari ha annunciato l’acquisizione di Sportswear Company (SPW), la società che detiene l’iconico marchio di abbigliamento maschile casual Stone Island nato nel 1982, che fa capo a Carlo Rivetti e alla sua famiglia ed è partecipata da Temasek Holdings, fondo sovrano di Singapore (si veda qui il comunicato stampa e qui la presentazione agli analisti).
Nell’operazione, Moncler è stata assistita da Citigroup Markets Europe, Cornelli Gabelli e Associati, Kpmg e Gatti Pavesi Bianchi Studio Legale Associato. Rothschild e Pedersoli Studio Legale hanno affiancato Sportswear Company. L’operazione si dovrebbe chiudere entro il primo semestre 2021.
SPW è stata valutata 1,15 miliardi di euro, pari a un multiplo di 16,6 volte l’ebitda stimato 2020 di SPW di 68 milioni e a un multiplo di 13,5 volte l’ebitda atteso 2021. Nell’esercizio 2020 (novembre 2019 – ottobre 2020), l’azienda ha registrato un fatturato di 240 milioni di euro, in crescita dell’1% rispetto al 2019, di cui il 28% in Italia, il 52% nel resto d’Europa e il 20% nel resto del mondo. Il canale wholesale ha generato il 78% del fatturato mentre il restante 22% è stato generato dal canale online e da una rete di 24 negozi gestiti direttamente. Stone Island conta 308 dipendenti.
Nel dettaglio oggi la società fa capo per il 50,1% a Rivetex srl (società riconducibile a Carlo Rivetti) e per il 19,9% ad altri soci riconducibili alla famiglia Rivetti (e, in particolare, Alessandro Gilberti, Mattia Riccardi Rivetti, Ginevra Alexandra Shapiro e Pietro Brando Shapiro). Carlo Rivetti e gli altri soci si sono impegnati a sottoscrivere al closing, per un controvalore pari al 50% del corrispettivo, 10,7 milioni di azioni di nuova emissione Moncler, al prezzo di 37,51 euro per azione (che corrisponde al prezzo medio di Borsa di Moncler degli ultimi 3 mesi). È inoltre previsto che Carlo Rivetti, a seguito dell’esecuzione dell’operazione, entri a far parte del consiglio di amministrazione di Moncler.
Quanto a Temasek Holdings, fondo sovrano di Singapore, già socio anche di Moncler, che detiene la residua partecipazione pari al 30% del capitale sociale di SPW, potrà decidere se e in quale misura vendere l’intera sua quota per contanti oppure in parte in cambio di azioni Moncler di nuova emissione, nei limiti del 50% del corrispettivo in denaro ricevuto, sempre al prezzo di 37,51 euro per azione sino a un massimo di 4,6 milioni di azioni. Nel caso in cui Temasek esprima la preferenza per un corrispettivo solo in cassa, l’esborso complessivo per Moncler sarà pari a 748 milioni.
Carlo Rivetti e gli altri membri della famiglia Rivetti conferiranno tutte le azioni di Moncler di nuova emissione da loro ricevute in Ruffini Partecipazioni srl (RP), società che detiene una partecipazione rappresentativa del 22,5% del capitale di Moncler e che oggi è controllata per l’87,2% da Ruffini Partecipazioni Holding srl (RPH), holding di partecipazioni interamente controllata dal presidente e ceo di Moncler, Remo Ruffini, e per il 12,8% da Temasek, tramite Venezio Investimenti Pte Ltd. Queste quote sono il risultato del riassetto dell’azionariato avvenuto nel novembre 2019, quando Venezio ha ceduto a RPH circa la metà della sua quota in RP che era del 22,685%, ottenendo in cambio il 2,877% del capitale di Moncler più un conguaglio in denaro (si veda altro articolo di BeBeez).
Prima del closing o appena dopo, saranno separate le attività di RP, mediante consegna a Temasek di azioni Moncler pari al 2,9% del capitale in cambio della sua quota in RP. Remo Ruffini, inoltre, continuerà a esercitare, per il tramite di RPH, il controllo su RP, senza che quest’ultima eserciti qualunque forma di direzione e coordinamento su Moncler. L’ingresso dei nuovi soci in RP avrà, comunque, luogo senza determinare il superamento delle soglie rilevanti ai fini opa. A esito del conferimento, il capitale sociale di RP (che cambierà denominazione in Double R srl) sarà suddiviso tra RPH, con una quota pari al 82,5% del capitale sociale, e i soci SPW (tramite Newco S), con una quota del 17,5%. RP sarà titolare di una partecipazione pari al 22,8% del capitale sociale di Moncler, assumendo, allo stato, l’integrale pagamento per cassa da parte di Moncler della partecipazione in SPW detenuta da Temasek (si veda qui il comunicato stampa). Carnelutti Law Firm ha agito quale advisor legale di RPH per questa operazione. Rothschild & Co, quale advisor finanziario, e Pedersoli Studio Legale quale advisor legale dei soci SPW.
Quanto a RPH , ricordiamo anche che nel settembre 2020 ha trasferito a una newco alcune attività tra cui quelle immobiliari e la sua partecipazione in Archive srl, società di investimento fondata da Pietro e Romeo Ruffini, figli di Remo, e dall’ex Bain & Company, Stefano Marcovaldi (si veda altro articolo di BeBeez).
Moncler metterà a disposizione di Stone Island conoscenze ed esperienze per valorizzarne il grande potenziale di crescita, in particolare nei mercati americano e asiatico e nel canale DTC (Direct to Consumer), oltre a condividere la cultura della sostenibilità che ha permesso all’azienda, per il secondo anno consecutivo, di posizionarsi al primo posto come Industry Leader del settore “Textile, Apparel & Luxury Goods” negli indici Dow Jones Sustainability World and Europe.
Carlo Rivetti, presidente e amministratore delegato di Stone Island, ha dichiarato: “Io e Remo abbiamo deciso di unire le nostre forze e le nostre visioni per affrontare insieme e più forti le sfide che ci aspettano. Abbiamo radici comuni, percorsi imprenditoriali simili e il massimo rispetto sia per i valori profondi dei nostri brand che per le nostre persone. E siamo italiani. Inizia così un nuovo capitolo per Stone Island, l’inizio di un cammino che aiuterà il nostro marchio ad esprimere pienamente tutte le sue potenzialità, mantenendo al tempo stesso intatta la sua forte identità di marca e continuando ad alimentare la sua cultura per la ricerca e la sperimentazione. La nostra sede di Ravarino continuerà a rimanere il cuore pulsante del brand e un centro di eccellenza che verrà ulteriormente valorizzato. Questa partnership rappresenta una grande opportunità per il percorso di sviluppo di entrambe le aziende e aiuterà Stone Island ad accelerare la sua crescita internazionale anche grazie all’esperienza maturata da Moncler nel mondo retail fisico e digitale. Sarà un’opportunità di scambio e crescita anche per tutte le persone di Moncler e Stone Island”.
Remo Ruffini, presidente e amministratore delegato di Moncler, ha commentato: “Da sempre ho lavorato per costruire un brand forte, dove unicità e vicinanza con il consumatore sono stati i principali cardini di uno sviluppo sempre oltre le mode e le convenzioni. La condivisione di una stessa visione ci porta oggi ad unirci a Stone Island per disegnare insieme il nostro futuro. Guidata da un imprenditore di riconosciuto valore, Stone Island è una realtà di grande successo che ha costruito una relazione fortissima con la sua community, offrendo un prodotto molto distintivo, frutto di competenze tecniche uniche e di una grande chiarezza di posizionamento. Una storia di eccellenza italiana. È un’unione che si concretizza in un momento difficile per l’Italia e per il mondo, quando tutto sembra incerto e imprevedibile. Credo però che sia proprio in questi momenti che si debbano stimolare nuove energie e nuove ispirazioni per progettare il domani. È un’unione di due brand italiani con gli stessi valori, lo stesso rigore gestionale, la stessa passione per l’innovazione, lo stesso amore per le proprie persone e la stessa voglia di futuro. La celebrazione della resilienza di un Paese che nessuna crisi potrà mai fermare”.
La notizia della sua acquisizione da parte di Moncler è piaciuta alla Borsa, con il titolo Moncler che ha aperto la seduta di ieri in rialzo del 3,12% e l’ha chiusa in aumento dell’1,85%, a quota 44 euro per azione, toccando così il massimo da 5 anni a questa parte.
Moncler è quotata a Piazza Affari dal dicembre 2013 (si veda altro articolo di BeBeez). Era arrivata in Borsa accompagnata dai fondi di private equity azionisti: Eurazeo, che al momento dell’ipo aveva il 45%; Carlyle che aveva il 18%; e Progressio Investimenti (5%). Eurazeo aveva investito in Moncler nel giugno 2011, affiancandosi nel capitale di Moncler a Remo Ruffini e agli altri fondi già presenti. Carlyle a sua volta aveva inizialmente investito in Moncler nel 2008, rilevando parte della quota che aveva allora Mittel insieme a Progressio (si veda qui il comunicato stampa di allora). Eurazeo è stato l’ultimo dei fondi di quel gruppo a uscire dal capitale di Moncler nel marzo 2019 (si veda altro articolo di BeBeez).
In vista dello sbarco in Borsa, invece, nell’agosto 2013, Tamburi Investment Partners aveva investito in RP in club deal con un gruppo di imprenditori riuniti in Clubsette srl (si veda altro articolo di BeBeez) e successivamente nel luglio 2016 aveva esercitato un’opzione a suo favore, che gli permetteva di convertire la sua quota del 14% di RP in azioni Moncler per il 5,125% del capitale. Nel settembre dello stesso anno era poi stata avviata la liquidazione di Clubsette per poter consentire l’attribuzione ai propri soci del relativo pro quota di azioni Moncler. L’uscita di Clubsette da RP era stata contestuale all’ingresso di Temasek e del finanziere Juan Carlo Torres, a cui fa capo il gruppo svizzero Dufry, il big dei duty free, stringendo un nuovo patto parasociale con Ruffini (si veda altro articolo di BeBeez). Moncler è nata a Monestier-de-Clermont (Grenoble) in Francia nel 1952. Nel 2003 è stata rilevata da Remo Ruffini.
Moncler distribuisce direttamente le sue collezioni in più di 70 Paesi, operando nei mercati internazionali attraverso cinque organizzazioni regionali. La rete distributiva dell’azienda include negozi monomarca, il proprio sito e-commerce e una rete selettiva di negozi multibrand e di department store. A oggi il network di negozi monomarca è composto da 218 negozi retail e 63 negozi wholesale. Nel 2019 Moncler contava circa 4.600 dipendenti e un fatturato di 1,628 miliardi di euro, di cui l’11% in Italia, il 29% nel resto d’Europa, il 16% in America e il 44% in Asia e resto del mondo. Il canale retail rappresenta il 77% delle vendite, mentre il 23% è generato dal canale wholesale.