E’ andata finalmente in porto la fusione tra Unieuro e Marco Polo (Expert). L’operazione, nell’aria da tempo, è stata annunciata lo scorso 10 ottobre dalla controllante di Unieuro, il colosso britannico dell’elettronica di consumo Dixons Retail.
Marco Polo, marchio che fa capo a SGM holdings, a sua volta controllata al l’84% dal fondo Rhone Capital e al 16% dalla famiglia Silvestrini, è la seconda catena di distribuzione di elettrodomestici ed elettronica di consumo in Italia con 79 negozi dopo Unieuro. In totale il nuovo gruppo sarà attivo con 173 negozi. Il fatturato aggregato di Unieuro spa e SGM Distribuzione srl, nell’ultimo esercizio sociale concluso, è stato superiore a 1,3 miliardi di euro.
Nel dettaglio, è stata costituita una newco alla quale saranno conferiti l’intero capitale di Unieuro spa e di SGM Distribuzione srl. La newco comune sarà partecipata per l’85% da Venice holdings (la controllante di SGM DIstribuzione srl) e al 15% dal gruppo Dixons.
Banca Imi è stata advisor finanziario di SGM e del fondo Rhone Capital e ha organizzato il finanziamento necessario al supporto dell’operazione. Venice holdings è stata assistita da NCTM Studio Legale Associato, mentre il gruppo Dixons è stato assistito da Linklaters. La chiusura dell’operazione, prevista per la fine di novembre 2013, è comunque condizionata, tra il resto, all’Antitrust.
L’accordo prevede che Dixons fornisca alla newco un badwill di 25 milioni di euro in contanti e che investa altri 10 milioni sotto forma di prestito. Come rivelato infatti lo scorso 1° agosto da MF-Milano Finanza, Unieuro, pur essendo arrivato alla fine di un’importante operazione di turnaround rispetto ai numeri del 2008, nell’ultimo esercizio che si è chiuso lo scorso aprile aveva registrato ancora perdite per 32 milioni di euro (dai 64 milioni di perdite dell’esercizio precedente e dai 376 milioni di perdite del 2008), in presenza di un ebitda finalmente positivo per 3 milioni ( dai -6 milioni dell’esercizio precedente e dai -53 milioni del 2008) e di una posizione finanziaria netta positiva per 41 milioni. “E’ ovvio che siamo soddisfatti”, aveva commentato l’amministratore delegato Mario Maiocchi, aggiungendo: “Adesso dobbiamo guardare a cosa abbiamo di fronte. Il mercato resta complesso e ci sono almeno 5 o 6 operatori di grandi dimensioni. La nostra dimensione è circa un terzo rispetto al leader di mercato e se vorremo avere voce in capitolo dovremo pensare ad acquisizioni o alleanze”. Un accenno evidente al matrimonio, annunciato da tempo ma fino ad allora non concretizzatosi, tra Unieuro e Marco Polo-Expert.
Unieuro era stata ceduta alla Dixon nel 2003 da Oscar Natale Farinetti (il fondatore di Eataly) e dai suoi soci finanziari (JPMorgan, MCC Sofipa e Rhone Capital) per 528 milioni di euro.
A quel punto Rhone Capital aveva deciso di rimanere nel settore, investendo in Marco Polo Expert. Nel 2010 aveva poi chiamato l’advisor Mediobanca per cedere la sua quota, ma non se ne era fatto nulla. L’anno successivoil fondo aveva invece intavolato una trattativa per la vendita della quota, poi sfumata, direttamente con i Silvestrini e Mps (che sarebbe potuto intervenire nel duplice ruolo di advisor e di co-investitore tramite l’allora Mps Venture).