Ricavi in leggero calo, ma marginalità in crescita e debito finanziario netto in discesa nei primi sei mesi dell’anno per Manutencoop Facility Management spa, la società capofila del gruppo attivo nell’erogazione e nella gestione di servizi integrati rivolti agli immobili, al territorio e a supporto dell’attività sanitaria. Lo ha comunicato la società nei giorni scorsi.
Al 30 giugno il fatturato era di 471,5 milioni di euro (dai 480,6 milioni del 30 giugno 2015), mentre l’ebitda era salito a 51,4 milioni di euro (da 48,7 milioni) e l’utile netto era balzato addirittura a 13 milioni (+129% da 5,6 milioni), grazie principalmente ai minori oneri finanziari in conseguenza dei riacquisti di parte del prestito obbligazionario emesso nel 2013, portati avanti nel corso dei passati esercizi. Manutencoop aveva chiuso il 2015 con 955,7 milioni di euro di ricavi consolidati (da 974,3 milioni nel 2014) e un ebitda di 85,6 milioni (identico a quello del 2014).
L’indebitamento finanziario netto era sceso a 198,4 milioni a fine giugno (da 240,6 milioni a fine dicembre 2015) e, considerando il saldo dei crediti commerciali ceduti pro-soluto e non ancora incassati dal factor, l’indebitamento finanziario netto rettificato al 30 giugno 2016 si attesta a 216,7 milioni (da 242 milioni).
Lo scorso luglio i soci finanziari di Manutencoop (Private Equity Partners sgr, 21 Investimenti sgr, MPVenture sgr, Sviluppo Imprese Centro Italia sgr, NEIP II, IDeA Capital Funds sgr, Cooperare spa, Unipol Banca e Mediobanca) hanno siglato un accordo per portare la loro partecipazione dal 21% al 33%, con il restante 67% che continuerà a fare capo a Manutencoop Società Cooperativa.
L’operazione, coordinata dall’advisor BDO, ha definito nuove modalità di way-out ed è stato stabilito che a partire dal prossimo gennaio i soci finanziari potranno avviare le iniziative finalizzate all’exit, attraverso la vendita o la quotazione in Borsa.
Intanto il bond a scadenza 2020 e cedola 8,5% di Manutencoop quotato all’ExtraMot Pro nell’ultimo mese ha recuperato parecchio terreno dopo che le quotazioni erano crollate nelll’ottobre 2013, quando era stata pubblicata la notizia dell’apertura dell’indagine dell’Antitrust in relazione ad appalti per la pulizia di edifici scolastici. In quell’occasione in pochi giorni il rendimento si era portato dal 9% al 12%. Il titolo ha poi toccato un massimo di rendimento al 26,4% (quotazione a 54 centesimi) lo scorso 24 febbraio. Ieri in chiusura quotava a 94,98 centesimi.