![Claudio Costamagna](https://bebeez.it/files/2016/10/costamagna.png)
“Il Nuovo Fondo Strategico Italiano, che sarà una sgr, avrà una dotazione di 2 miliardi, di cui 500 milioni da Cdp”, lo ha detto ieri il presidente di Cassa Depositi e Prestiti, Claudio Costamagna, in occasione di un convegno organizzato da Il Messaggero (si veda MF Dow Jones e qui il video dell’intervento). Il resto dei capitali, quindi, andrà raccolto tra investitori terzi e infatti Maurizio Tamagnini, che guiderà l’sgr, non appena avrà l’ok di Banca d’Italia, già si sta guardando in giro. Magari qualche fondo sovrano, che in passato aveva stretto accordi di coinvestimento con il FSI prima maniera, ora potrebbe essere interessato a sottoscrivere quote del nuovo fondo. La riorganizzazione del vecchio FSI è della scorsa primavera (si veda altro articolo di BeBeez).
“Le aziende italiane sono ancora piccole, medie e in mano alle famiglie. La forma di capitalismo familiare ha sempre favorito il controllo e non lo sviluppo”, ha detto ancora Costamagna, ricordando come nel piano industriale della Cassa siano previsti una serie di strumenti di private equity per accompagnare e sostenere la crescita delle imprese e ha aggiunto: “Noi cerchiamo di convincere le imprese italiane ad aggregarsi, ad aprire il capitale per poter crescere più velocemente”
Il presidente di Cdp ha messo in evidenza il fatto che ci sia “un interesse straordinario degli investitori stranieri” sulle aziende italiane, “ma dobbiamo essere noi a impacchettarle per attrarre capitali che ci servono per accelerare la crescita”.
In quest’ottica Costamagna fa da sponda al presidente di Banca Imi, Gaetano Micchiché, che ieri a MF Milano Finanza, a margine della Giornata del Credito che si è svolta a Roma, ha dichiarato che “l’Aim, il mercato dedicato alle small cap con alto potenziale di crescita, in Italia accusa una bassa liquidità rispetto a mercati stranieri simili, trovando difficoltà nel favorire l’evoluzione delle aziende” e che quindi “una soluzione potrebbe essere un fondo di liquidità, partecipato da banche e investitori, che permetta alle aziende di svilupparsi a livello internazionale e dimensionale e che al tempo stesso garantisca un ritorno ai propri sottoscrittori”. E, ha concluso Micchiché: “L’Italia è un serbatoio straordinario di imprese di medie dimensioni che tutti, banche, istituzioni e gli stessi imprenditori, devono alimentare e aiutare a crescere”.
La soluzione prospettata dal banchiere è in linea con la proposta avanzata da MF Milano Finanza a inizio settembre per fare in modo che il risparmio gestito venga in qualche misura convogliato verso le pmi italiane per far crescere tali aziende e, con esse, l’intera economia nazionale. In Orsi & Tori del numero di MF Milano Finanza del 10 settembre scorso si invitava il governo a “fissare nell’ambito della legge di Stabilità un obbligo d’investimento (magari agevolato) di un 1-2% della massa in gestione nel capitale delle pmi”, dal momento che l’Aim Italia, anche per la mancanza di agevolazioni fiscali e di fondi specializzati, ha difficoltà a trovare investitori.