Stando a due fonti vicine alla transazione, Blackstone Group Lp, il più grande gestore di asset alternativi del mondo, sta per acquisire una partecipazione di controllo nella International Asset Reconstruction (IARC) con sede a Mumbai che si occupa di acquisire asset distressed. Si veda dealstreetasia. Secondo l’accordo, sempre stando alle fonti di cui sopra, Blackstone investirà inizialmente 150 milioni di dollari per una partecipazione di minoranza significativa che in un paio di anni dovrebbe trasformarsi in una di maggioranza. Quella di Blackstone è solo l’ultima delle operazioni condotte negli asset indiani distressed da parte dei private equity internazionali. Presso il sistema bancario indiano i “bad and stressed loans” sono saliti ad almeno 10 trilioni di rupie stando al dato riportato dalla Reserve Bank of India (RBI) che ha spinto le banche a ripulire il proprio bilancio forzandole a cedere i bad loans per liberare capitale per nuovi prestiti. “I prestiti problematici indiani stanno attraendo un serio interesse globale perché le banche eroganti stanno assumendo un atteggiamento più serio verso l’asset sottostante il prestito distressed”, così ha dichiarato Mahesh Singhi, fondatore e managing director di Singhi Advisors Pvt. Ltd. “Le banche stanno aspettandosi adesso almeno il 50% del valore dei crediti ceduti contro il 15% che era il valore atteso prima del recente approccio valutativo più rigoroso, fatto questo che richiede importanti capitali committed su questo tipo di acquisizioni.” Stando alla seconda delle due fonti citate, l’acquisizione di Blackstone sarà condotta dal braccio singaporegno della società, ovvero la Tactical Opportunities division, e il progetto darà guidato direttamente da Kishore Moorjani, senior managing director presso la predetta Tactical Opportunities unit. IARC è stata fondata nel 2002 da Arun Duggal, ex managing director e chief executive officer di Bank of America in India, insieme all’ex chairman della Banca di Stato indiana M.S. Verma. IARC è supportato da HDFC Bank Ltd, Tata Capital Financial Services Ltd, ICICI Bank Ltd, City Union Bank Ltd, FMO Netherlands e Standard Bank Plc., UK, come investitori istituzionali e detiene asset per 15 miliardi di rupie in gestione. Gli interessati all’operazione, sebbene interpellati, non hanno inteso rilasciare dichiarazioni. KKR era stata a sua volta in fase avanzata di trattativa per acquisire il controllo di IARC nel 2016, ma il tavolo della trattativa era stato abbandonato da KKR che aveva ne frattempo deciso di mettere su la propria asset reconstruction company (ARC) in India. Mint aveva riportato fin da giugno dell’intenzione di Blackstone di entrare nel mercato indiano degli asset distressed.
Fonti vicine alla transazione riportano che il gruppo di cui fanno parte Bain Capital e la sudcoreana SK Hynix ha alzato la propria offerta per Toshiba Corp’s chip business a 2,4 trilioni di yen (22,3 miliardi di dollari) che includono 200 miliardi di yen per investimenti nelle infrastrutture. Si veda dealstreetasia. L’offerta da parte del consorzio guidato dal private equity americano e dal produttore di chip sudcoreano oltre che da investitori pubblici giapponesi è più alta della precedente che pare fosse di “soli” 1,94 trilioni di yen stando a fonti che hanno fatto filtrare la notizia a condizione fosse mantenuta la loro anonimità. Bain e SK Hynix non hanno inteso commentare mentre Toshiba non ha inteso dire niente sui dettagli di una trattativa in corso. La mossa avviene a seguito di fonti che hanno riportato di un rilancio effettuato da parte della cordata alternativa guidata da Western Digital Corp. Non è chiaro cosa sia andato ad offrire questo secondo gruppo, ma le fonti citate parlano di una loro offerta precedente pari a 1,9 trilioni di yen. Toshiba è molto sotto pressione per giungere alla vendita della sua divisione chip per coprire le perdite originate dalla divisione nucleare della controllata americana Westinghouse. La settimana scorsa, Toshiba aveva dichiarato di stare considerando tre offerte alternative che includevano quella guidata dalla Taiwanese Hon Hai, anche nota come Foxconn. Il Consiglio di amministrazione di Toshiba si dovrebbe riunire questa settimana per considerare le offerte, così sostengono le fonti.